Secondo alcune indiscrezioni ai tecnici del Federal Bureau of Investigation potrebbe essere essere affidato il Dna rintracciato addosso al cadavere della ragazzina di Brembate Sopra rapita e uccisa il 26 novembre scorso. Un Dna che è stato rilevato sulle mutandine e che non corrisponde a nessuno dei quattromila campioni prelevati dalla fine di febbraio a oggi a persone che in qualche modo erano in contatto con Yara. Ma anche a uomini, donne e ragazzi di tutta la provincia di Bergamo (ma anche di altre province o addirittura regioni) i cui cellulari la sera della scomparsa avevano aggangiato le celle di Brembate Sopra (dov’è avvenuto il rapimento) e di Chignolo d’Isola (dov’è stato trovato il corpo e dove presumibilmente è avvenuto l’omicidio). Dall’analisi condotta dai tecnici dell’istituto di medicina legale di Milano per ora si è riusciti solo a capire che si tratta di un maschio di razza caucasica, con un Dna per il 60% riconducibile al ceppo lombardo e il 40% all’Est Europa. I tecnici americani potrebbero restringere ulteriormente il campo delle ricerche, riuscendo attraverso i campioni genetici a stabilire anche l’aspetto dell’assassino e la sua età.