Milano, l’agricoltura lombarda si conferma in uno stadio più evoluto

Lunedì 25 ottobre 2010 partiva il sesto Censimento nazionale dell’agricoltura, che l’Istat realizza ogni dieci anni. Ora sono disponibili i dati provvisori, che consentono di avere un primo quadro aggiornato sullo stato attuale del settore primario in Italia e nelle singole regioni. La Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali (FODAF) della Lombardia commenta i dati rilevando come non ci siano grandi sorprese. “ A livello nazionale – afferma Giorgio Buizza, presidente di FODAF  – era assolutamente atteso il forte calo del numero delle aziende agricole, diminuite di oltre il 32 per cento in un decennio, a fronte di un aumento della dimensione aziendale media pari a circa il 44%: si tratta di un processo di razionalizzazione delle strutture aziendali che in altri Paesi è avvenuto ben prima che in Italia e che rappresenta un passaggio obbligato, benché per certi versi difficile, verso un’agricoltura moderna e competitiva”. Per quanto riguarda la Lombardia i dati sono un po’ diversi rispetto alla media nazionale. “Anche da queste anticipazioni offerte dal Censimento – sottolinea Buizza – emerge uno spaccato della nostra regione come realtà più sviluppata: rispetto al resto del Paese l’agricoltura lombarda si conferma in uno stadio decisamente più evoluto, con una taglia dell’azienda agricola media vicina ai 19 ettari, quasi il doppio rispetto al dato medio del nostro Paese. Negli ultimi dieci anni il numero delle aziende agricole lombarde ha subito una diminuzione percentualmente inferiore rispetto alla media italiana, facendo segnare un -24% anziché -32%: ciò è dovuto al fatto che il processo di concentrazione e ristrutturazione fondiaria era già stato avviato da tempo”. Dalla mole dei dati definitivi che saranno messi a disposizione i dottori agronomi e i dottori forestali confidano di poter trarre indicazioni utili per fornire un supporto sempre più mirato alle esigenze dei diversi comparti agricoli e agroindustriali. Da FODAF giunge infine un commento sulla qualità tecnica del sesto Censimento agricolo. “A differenza che nelle edizioni passate, questa volta – osserva Buizza – le rilevazioni si sono svolte secondo modalità perfettamente compatibili con quelle di Eurostat, l’istituto di statistica dell’Unione europea. Ciò dovrebbe rendere i dati sul nostro settore agricolo del tutto comparabili con quelli rilevati a livello comunitario, facendo venir meno uno degli elementi di critica avanzati in passato dalle autorità di Bruxelles circa la scarsa attendibilità dei dati proposti dal nostro ministero delle politiche agricole”.

Luigi Pisoni