Gioia Tauro, il giorno del giudizio per il Porto ed i lavoratori

Si sono dati appuntamento per mercoledì mattina davanti al gate doganale del porto di Gioia Tauro i dirigenti sindacali della Cgil e i lavoratori dello scalo dove aspetteranno di conoscere gli esiti della riunione convocata a Roma dal Ministro dei trasporti Altero Matteoli alla quale parteciperanno anche i sindacati. Lo hanno deciso i lavoratori che hanno partecipato all’assemblea indetta dalla Cgil e che si è svolta davanti all’ingresso dello scalo portuale gioiese. “Gioia Tauro – ha detto Sergio Genco, segretario generale della Cgil calabrese – vive il momento più delicato della sua storia, la gravità dell’attuale situazione è sotto gli occhi di tutti perché siamo di fronte ad un concreto tentativo di ridimensionamento del porto e ad una riduzione della forza lavoro che potrebbe coinvolgere tra diretto ed indotto quasi mille lavoratori. Noi questo non lo possiamo permettere perché sarebbe una sconfitta per la Calabria. Andremo al tavolo romano non per discutere solo di licenziamenti”. Genco ha poi sottolineato la necessità di “un confronto serrato con il Governo che deve avvenire a Palazzo Chigi e che serva per capire se il porto di Gioia Tauro viene considerato ancora strategico per il Paese o se l’esecutivo nazionale ha deciso di abbandonare Gioia Tauro al suo destino a favore dei porti del nord Italia”. Genco ha ancora una volta fatto appello all’unità sindacale invitando Cisl, Uil, Ugl e Sul a sviluppare insieme iniziative a sostegno della vertenza in atto. All’assemblea della Cgil hanno partecipato decine di sindaci della Piana, alcuni consiglieri provinciali, dirigenti di Confcommercio e Confesercenti, imprenditori dell’area portuale e anche il commissario provinciale di Assindustria reggina, Pippo Callipo. Il presidente della provincia, Giuseppe Raffa, invece, ha telefonato ai lavoratori impossibilitato a essere presente ed ha ribadito la vicinanza della Provincia nel tentativo di tutelare il porto di Gioia Tauro.