Pergine, la disfida calcistica dei profughi

Il calcio, si sa, parla un linguaggio universale. Lo si è visto anche oggi al campo sportivo di Vigalzano, Pergine Valsugana, dove si sono sfidate tre squadre davvero “internazionali”: le prime due formate da profughi arrivati in Trentino nelle ultime settimane, quasi tutti provenienti dall’Africa subsahariana, la terza da profughi di più antica data, originari del Kossovo. Il tutto per celebrare la Giornata mondiale dei rifugiati. “Abbiamo pensato allo sport come ad un momento di incontro – ha detto l’assessore provinciale alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami – e siamo felici di vedere qui oggi, in veste di giocatori o di tifosi, praticamente tutti i profughi arrivati in Trentino in questo periodo, circa un centinaio. Ma la cosa più bella forse è che questa giornata è stata voluta dalle associazioni dei migranti, che in questo periodo si stanno dando molto da fare nell’accogliere i nuovi arrivati ed aiutarli ad inserirsi nel contesto trentino”. Ad organizzare la giornata di oggi, infatti, oltre all’assessorato provinciale alla solidarietà internazionale e convivenza e al Cinformi, in particolare tre associazioni create dai “nuovi trentini”, El Puerto, La Savana l’Associazione trentina di aiuto ai Balcani. In campo si è vista molta grinta ma soprattutto molta voglia di lasciarsi alle spalle le tragedie da cui fuggono tutti i profughi, che si chiamano guerra, persecuzioni politiche, povertà. Il gruppo di gran lunga più numeroso fra quelli arrivati in Trentino recentemente è quello somalo: la Somalia è dilaniata da vent’anni da una guerra civile, e quindi è facilmente comprensibile perché tanti giovani vogliano cercare un futuro migliore altrove. Dal Corno d’Africa alla Libia, dalla Libia a Lampedusa, e da qui, in base agli accordi siglati da Roma con regioni e provincie autonome, in Trentino, dove iniziare una nuova vita in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati. Come loro, anche altre persone, altri giovani, soprattutto, provenienti da altri paesi travagliati, come la Costa d’Avorio. A tutti, dopo l’accoglienza nella sede della Protezione civile di Marco, è stata trovata una sistemazione in uno degli alloggi riservati a questo genere di emergenze, presenti un po’ in tutto il territorio trentino. Ora frequentano corsi di italiano e, con l’aiuto del Cinformi e del mondo delle associazioni, si stanno inserendo nelle comunità di accoglienza. E allora anche una partita di pallone può servire. Specie una partita come questa, dove alla fine, vincono tutti, nessuno escluso.