Macerata, stasera la finalissima di Musicultura allo Sferisterio

Ultima serata di Musicultura ore 21,30 Arena Sferisterio a Macerata. Sono Andrea Cola, Babalù, Romeus, Renzo Rubino. In questa XXII edizione oltre al premio del vincitore assoluto, questi i primi riconoscimenti, già consegnati tra venerdì e sabato: Premio Miglior Musica al gruppo veneto Piccola Bottega Baltazar; Premio Miglior Progetto Discografico all’abruzzese Momo; Premio Miglior Testo ai lucani Babalù; Targa Unimarche a Fiorella Mannoia; Premio Afi Roberto Danè a Piero Cesanelli, direttore artistico. Ma veniamo a parlare degli ospiti della finalissima che saranno Manuel Agnelli, Xabier Iriondo e Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours, Patty Pravo, Lina Sastri, Lunetta Savino e Le Rivoltelle.Giungono alla conclusione le tre serate (17, il 18 e il 19 giugno) della XXII edizione di MUSICULTURA, condotte da Fabrizio Frizzi all’Arena Sferisterio di Macerata, seguite in diretta da Radio 1 Rai, con Gianmaurizio Foderaro e con le finestre giornalistiche di Carlotta Tedeschi. Presente anche quest’anno Rai Italia Radio, con Notturno Italiano e Taccuino italiano. La regia teatrale è come sempre affidata a Pepi Morgia. Anche i giornalisti ed i collaboratori de La Scansione saranno presenti per raccogliere commenti e consensi, come tra l’altro già fatto nelle altre due serate, tra i vari ospiti siamo riusciti anche a parlare con Enrico Ruggeri che ha partecipato anche alla “Controra” per Presentare un suo libro. Enrico Ruggeri, può presentare il suo libro? “Si. E’ il mio settimo libro, ma è il mio primo romanzo. Quindi è la cosa di cui vado più orgoglioso delle tante fatte quest’anno che è una storia particolare, una controbiografia praticamente perché è la storia di un cantante che scrive una sola canzone di successo e quindi poi passa la vita in un saliscendi grottesco, drammatico, comico insomma. Quindi è una storia che, pur essendo ambientata negli anni ottanta, è molto attuale”. Gli altri suoi libri che argomenti hanno trattato? “Ho fatto dei racconti di vario tipo però mai sotto forma di romanzo”. Lei ha fatto diverse cose nella sua carriera perché oltre al cantante ha anche presentato in televisione. Che tipo di lavoro ha dovuto fare su se stesso per adattarsi a quella realtà? “Nessuno perché quando mi è stato chiesto di presentare un programma televisivo e io inizialmente  ho detto di no, mi è stato detto noi non vogliamo che tu faccia televisione, ma che tu faccia te stesso in televisione. Perché la persona che mi aveva scelto che era il direttore di Italia Uno, io conducevo lì un programma che si chiamava Il Bivio, era venuto in teatro. Quindi mi aveva sentito parlare tra una canzone e l’altra e ha detto questa cosa che tu fai in teatro sarebbe bello farla in televisione”. Le era mai capitato di presentare un libro in un cortile municipale? “Sicuramente si. Raramente in posti così belli sinceramente, ma sto facendo più presentazioni di libri che concerti”. Quali differenze tra Sanremo e Musicultura? “L’incrocio e i casi della vita sono particolari. Sanremo è una manifestazione che va più sull’immediato perché devi colpire in quattro minuti dove rischi di scomparire, però rischi anche di fare una carriera come quella di Ramazzotti o della Pausini che vinsero Sanremo giovani. Per cui dipende dai casi. La vita è fatta di treni, bisogna prenderne il più possibile sperando che quello giusto parta prima o poi. Quale emozione prova ad esibirsi allo Sferisterio? “Piacere. Il rammarico è che i miei concerti sono lunghi, particolarmente elettrici, qui sono in versione acustica. Però è un modo  per incontrare amici e dare un assaggio alla gente sperando che poi venga a vedere il concerto vero”.
Luca D’InnocenzoLa Scansione.net