Torino, ai domiciliari l’assessore alla sanità Ferrero

L’assessore regionale del Piemonte Caterina Ferrero, che il 27 maggio scorso aveva rimesso le deleghe alla sanita’ perche’ coinvolta in un’inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, e’ stata arrestato stamani dalla Guardia di Finanza. La Guardia di Finanza le ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del capoluogo piemontese per l’ipotesi di reato di turbativa d’asta, reato per il quale era gia’ stata iscritta nei giorni scorsi nel registro degli indagati per una gara relativa alla fornitura di pannoloni. La posizione dell’assessore Ferrero (Pdl) potrebbe essersi aggravata dopo gli interrogatori seguiti agli arresti fatti dalla Guardia di Finanza, il 27 maggio scorso, nell’ambito della stessa inchiesta che riguarda singoli episodi specifici e – come ha piu’ volte sottolineato il Procuratore Capo di Torino, Giancarlo Caselli – non il sistema sanitario piemontese nel suo insieme. Fra gli arrestati, oltre a sindaci e imprenditori, c’era anche uno dei suoi piu’ stretti collaboratori, Pietro Gambarino. L’inchiesta era partita dalle vicende relative a una gara d’appalto per la fornitura di pannolini per anziani, bandita e poi revocata dalla Regione Piemonte, e si e’ sviluppata lungo vari filoni, ultimo dei quali quello relativo all’apertura di un reparto di emodinamica dell’ospedale di Chivasso (Torino). Ferrero e’ stata iscritta nel registro degli indagati, oltre che per turbativa d’asta, anche per turbata liberta’ del procedimento di scelta del contraente, un reato inserito nel Codice penale nell’agosto del 2010 e del quale questa e’ una delle prime applicazioni. Le vicende contestate all’assessore nella prima fase dell’ inchiesta sono l’appalto dei pannoloni bloccato – secondo l’ accusa con motivazioni pretestuose – per favorire Federfarma e un concorso per una consulenza costruito su misura per un concorrente. La prima vicenda è legata dalla gara, bandita da Scr (la società di committenza della Regione) e ripartita in tre lotti, per la fornitura di tre anni dei “presidi di continenza”, nome tecnico con cui si indicano i pannoloni. Il primo lotto, quello dell’importo più elevato (cinquanta milioni) riguardava la fornitura di pannoloni destinata agli anziani. La giunta regionale, dopo una relazione in cui l’assessore parlava di esigenze di “revisione e riorganizzazione”, il 23 settembre 2010 ha revocato la gara; nello stesso giorno, come risulta alla Guardia di Finanza, il dirigente Piero Garbarino, consigliere di Scr, si sarebbe accordato con i vertici di Federfarma per fare in modo che la fornitura venisse assegnata alle farmacie a un prezzo più alto: questa operazione, però, non andò in porto per l’intervento del nuovo direttore generale della sanità, Paolo Monferino. La seconda vicenda alla procedura di selezione per un incarico di consulenza alla direzione regionale. Il bando, affermano gli inquirenti, è stato confezionato in favore un funzionario di una Asl in scadenza di mandato: erano state accolte persino le sue richieste di soldi e di durata dell’incarico (tre anni).