Fiume, la Croazia paese record per la corruzione
Le bustarelle più gonfie in Croazia? Sono quelle in Dalmazia, dove toccano una media di 3098 kune a botta, pari a 418 euro. I meno propensi a oliare medici, poliziotti, infermieri, politici, occupati nel settore pubblico e gente corrotta di altre categorie? Sono invece gli abitanti della Lika (regione confinante con il Quarnero e Gorski kotar), dove foraggiare qualcuno per ottenere qualcosa comporta un esborso medio che non supera le 1.111 kune, circa 150 euro. Alquanto “tirchi” sono anche gli istriani e i quarnerini, le cui bustarelle riservano ai corrotti – continuiamo a parlare dell’ importo medio – non più di 1272 kune, che al cambio fanno circa 172 euro. Non sono cifre campate in aria. Anzi, quanto emerge è stato tratto da un sondaggio effettuato dall’ Istituto economico di Zagabria che, nel giugno dell’ anno scorso, ha intervistato un campione di 3005 maggiorenni, scelti a caso e residenti in tutte le contee della Croazia. L’ indagine ha avuto il sostegno dell’ UE e delle Nazioni Unite contro la droga e la criminalità. Come noto, la lotta alla corruzione ha costituito uno dei paletti posti da Bruxelles a Zagabria nella sua marcia di avvicinamento all’ Europa unita, compito che ha visto il governo di centrodestra della premier Jadranka Kosor adoperarsi come nessun altro esecutivo croato aveva fatto negli ultimi 20 anni. Gli intervistati hanno fatto presente che la corruzione è il terzo grave problema esistente nel Paese, preceduto dalla disoccupazione e dall’ operato del governo Kosor. Secondo la responsabile del sondaggio, Jelena Budak, il risultato più positivo è cheil 10% degli intervistati ritenga la corruzione in fase di rallentamento: «Siamo finalmente entrati in un periodo in cui i cittadini percepiscono una situazione in via di miglioramento, con una società un pizzico più ordinata. La strada da percorrere contro la corruzione resta comunque lunga e prova ne sia che il 70% degli interpellati ha detto di credere che questo reato è addirittura molto ramificato. Infatti il 18% ha partecipato a concorsi per un posto di lavoro, con il 16 per cento che ha voluto o dovuto “ungere le ruote” per ottenere l’ impiego. Ma dove è più presente il “dai e vai” in fatto di corruzione? Il 56% ha puntato il dito accusatore contro i medici, il 36% ha stigmatizzato gli infermieri, il 30% ha bollato i poliziotti e un indicativo 14% ha parlato di bustarelle date alle persone che lavorano nel settore del controllo tecnico dei veicoli. Quando si parla di corruzione nel comparto sanitario, va detto che nel 60% dei casi si tratta di “offerte” date dai cittadini senza alcuna costrizione e quale ringraziamento. Nel 38% dei casi medici e infermieri hanno ricevuto denaro. Ci sono infine le bustarelle magre magre, quelle in cui si infilano da 500 kune (67 euro) in giù e riguardano ad esempio il voler evitare di pagare una multa o l’ ottenimento in tempi brevi di un dato permesso.