Gianfranco Fini, comparsa minore della politica italiana

Che fine ha fatto Gianfranco Fini? Dopo la “batosta” elettorale alle amministrative e le continue “emorragie” l’ex leader ora è un uomo sempre più solo che platealmente “non conta più nulla in Italia”. Intendiamoci, la valutazione, è di carattere prettamente numerica e legata alle percentuali del FLI e non attiene né la figura politica né la sua storia. Ma il dato rimane: Berlusconi ha vinto. Fini è stato neutralizzato e marginalizzato. Ora Fini cerca la “rimonta”, prova a farsi rivedere ma è difficile. Ha provato con una lunga giornata siciliana sferrando stoccate alla Lega Nord. Il presidente della Camera dei Deputati a Bagheria (PA) ha presentato il suo libro “L’Italia che vorrei”, al centro anche di un incontro nella mattinata a Noto. “La Lega Nord per ragioni squisitamente propagandistiche rialza delle bandiere che sembravano rinchiuse nei cassetti – dice Fini rispondendo al giornalista Giancarlo Licata che lo sollecita sulla vicenda dei ministeri al Nord e sul mancato voto del Caroccio al Senato, all’emendamento al ddl Anticorruzione che obbliga coloro che occupano cariche pubbliche, o assumono pubblici impieghi, a giurare fedeltà alla Costituzione italiana -. Non mi meraviglio: la Lega non crede nel valore della nazione e ha comportamenti coerenti con la sua logica”. Da leader “annacquato” Fini ha provato a parlare di Terzo Polo, di un progetto “morto” prima ancora di nascere con Lombardo orientato a tornarsene da Berlusconi e Casini sempre più a braccetto con Bersani per non parlare di Rutelli che in percentuale è allo zero circa…