Scommettopoli, la mano lunga della malavita

Beppe Signori arrestato

Nell’inchiesta scommettopoli che sta “terremotando” per l’ennesima volta il calcio facendolo perdere ancora una volta di credibilità, c’è chi investe milioni di euro per riciclare denaro sporco: la “criminalità organizzata ai più alti livelli” per citare le parole del gip Guido Salvini. È questo il vero secondo livello di “Last bet”, l’inchiesta della procura di Cremona che sta travolgendo il mondo del calcio. Oggi negli interrogatori di garanzia i magistrati e il gip Salvini cercheranno di capire dagli indagati in carcere come si muoveva il gruppo per truccare le gare. E soprattutto chi lo finanziava per corrompere i giocatori. Stando al tariffario (400 mila euro per la A, 120 mila per la B, 50 mila per la Lega Pro), ogni domenica si muovevano milioni di euro. “La presenza tra gli investitori e scommettitori di alcuni gruppi dai contorni incerti – scrive il gip Salvini nella sua ordinanza – quale quello degli “Zingari”, o quello albanese, creano un terreno fertile per l’insinuazione di elementi di una criminalità organizzata ai più alti livelli. Infatti sono investiti da questi gruppi per ogni partita “truccata” capitali dell’ordine delle centinaia di migliaia di euro, non è noto di quale provenienza, tale da non potersi escludere fatti di riciclaggio”. Ed è proprio attorno al gruppo degli Zingari che si concentrano in questo momento le attenzioni degli investigatori. Di loro in questo momento si sa molto poco. Gli uomini della mobile di Cremona sono certi si tratti di un gruppo di slavi con grandissima disponibilità economica che, tramite siti di scommesse asiatici, scommettevano su eventi sportivi europei. E tra gli altri sul calcio italiano, con preferenza per la serie A. Erano in grado di muovere nel giro di poche ore dai 2 ai 5 milioni di euro su una singola partita, scommettendo anche live, cioè a partita in corso, in modo tale da non permettere il blocco delle giocate per i “flussi anomali”. Il portavoce del gruppo era Almir Gecic, ora ai domiciliari: l’uomo è slovacco ed è residente a Chiasso dove aveva giocato e conosciuto Mauro Bressan, uno degli ex calciatori arrestati. “Appare – scrive il gip Salvini – l’uomo guida del gruppo degli Zingari, la cui composizione interna non è del tutto nota”. Gli investigatori hanno una serie di nomi appuntati: centrale è considerato quello di Hrisitiyan Ilievski, detto Cris. Ecco perché in queste ore gli uomini dello Sco, il Servizio centrale operativo della Polizia, sta svolgendo accertamenti anche bancari sulla base di carte sequestrate durante le perquisizioni alle persone arrestate. Il collegamento dell’associazione con la criminalità organizzata arriva anche dalla Procura di Bari che, in inchieste di Dda, aveva individuato un gruppo di scommettitori legati ai clan che investivano nel calcioscommesse il denaro frutto dello spaccio di droga. Alcuni di loro, come risulta da un’informativa dei carabinieri, erano in contatto con l’ex capitano del Bari, Antonio Bellavista: tempo fa lo avevano aiutato anche per ritrovare una macchina rubata. Le carte sono state già trasmesse a Cremona così come il procuratore di Bari, Antonio Laudati, ha chiesto l’incartamento ai colleghi lombardi. Il ruolo della criminalità organizzata nel totoscommesse, tra l’altro, è testimoniato da due indagini parallele a Cremona condotte da due procure antimafia: a Potenza e a Napoli ci sono inchieste, con tanto di mister X romano che dà soffiate sugli incontri di A, che testimoniano come la camorra investa pesantemente per comprare le partite delle serie minori. Sempre da Bari, invece, arriva un sospetto su un’altra gara: in seguito alla segnalazione di un’agenzia di scommesse (Skysport365, bizzarro che il suo legale sia intercettato con uno degli zingari nell’inchiesta di Cremona), la Procura sta indagando su Bari-Livorno di Coppa Italia. Partita finita 4-1 e sulla quale c’erta stato un flusso anomalo di scommesse sull’over.