Gioia Tauro, lettere di lincenziamento per trecento portuali

La nuda e cruda matematica: al Porto di Gioia Tauro da luglio, senza l’attività transhipment della colosso danese Maersk, che predilige Genova della penisola e Malta per il Mediterraneo, perderà un volume di affari pari al 25 – 30% corrispondente a circa 250- 300 dipendenti in esubero degli oltre mille della Medicenter Container Terminal, Mct. La recente riunione tra i vertici di Mct, nella persona del nuovo amministratore delegato Domenico Bagalà, e le sigle sindacali ha, infatti, tracciato le ipotesi di una cassa integrazione straordinaria o un “congelamento” dei posti in attesa che il settore della logistica, pure strategico ma fino ad oggi solo a parole, possa decollare con il futuro arrivo di finanziamenti da Roma. In attesa di un tavolo interministeriale dedicato, chiesto a gran voce dalle organizzazione sindacali, dal governo sono attesi fondi, pur se non nell’immediato, per la costituzione di quattro società rientranti nell’orbita della Contship che dovrebbero produrre nuova occupazione sul fronte della logistica e della messa a punto del retro porto. Dunque, a fronte di soluzioni poco chiare, Mtc è in difficoltà e centinaia di dipendenti forse saranno ricollocati, forse posti in attesa, chissà per quanto tempo. Una crisi senza precedenti ma, forse, già annunciata.