Una montagna indiziaria incastra Mimina Serrano

“Vi ricordo che esiste la presunzione di innocenza, che stiamo parlando di provvedimenti cautelari e non di sentenze”. Semina prudenza il Procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, commentando con la stampa l’arresto di Cosima Serrano con l’accusa di omicidio premeditato e soppressione di cadavere della nipotina Sara Scazzi. “Dovremmo fare ulteriori verifiche – ha precisato– che non sembra saranno particolarmente compresse per cui vedere di tirare le conclusioni e arrivare alla definizione di questa indagine che ci impegna ormai da mesi”. “E’ stata raccolta una montagna di ulteriori elementi indiziari che ci hanno consentito di chiedere il provvedimento restrittivo, vagliato attentamente dal gip ed eseguito oggi”. Una affermazione del procuratore di Taranto, Franco Sebastio, in relazione all’arresto di Cosima Serrano, che lascia intendere come le prove a carico di Mimina siano tante. “Questa vicenda ci ha toccato tutti perchè – ha aggiunto – presenta particolari peculiarità. È chiaro che si sono infilate le tessere di un certo mosaico, ma parliamo sempre di provvedimenti provvisori che si emettono quando ci sono gravi indizi. Continuiamo a lavorare possibilmente con più serenità che è stata turbata da vicende che ci hanno interessato al di fuori dell’attività tecnica indagine. E’ composta da circa 90 pagine l’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati ed eseguita nei confronti di Cosima Serrano e di sua figlia Sabrina Misseri per l’omicidio di Sara Scazzi, ad Avetrana. Del provvedimento restrittivo, con il quale a madre e figlia vengono contestati i reati di concorso in omicidio premeditato e soppressione di cadavere, è parte integrante la relazione tecnica consegnata giorni fa alla Procura di Taranto dal Reparto Indagini tecniche del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei carabinieri di Roma sulle posizioni dei telefonini di Cosima Serrano e di Sabrina sia quando Sara sarebbe stata uccisa (intorno alle ore 14:00 del 26 agosto 2010) sia nel primo pomeriggio dello stesso giorno. Dalla ricostruzione fatta in quelle pagine si evincerebbe che l’omicidio sarebbe stato commesso in casa e non nel garage di casa Misseri.