Sara, a Roma al via le comparazioni genetiche

Sono i Ris di Roma ad occuparsi delle consulenze genetiche chieste dalla Procura di Taranto per esaminare e comparare i Dna di Michele e Sabrina Misseri, in carcere da ottobre scorso per l’uccisione di Sara Scazzi, e quelli di Cosima Serrano (madre di Sabrina), del fratello di Michele, Carmine Misseri, di suo nipote Cosimo Cosma e di Ivano Russo, amico di Sabrina e di Sara. Russo è l’unico tra i 6 che non è indagato. Gli esami genetici proseguiranno l’8 giugno. L’esame interessa alcuni reperti di indagine. Si tratta di due compressori elettrici, di un manometro per la misurazione dell’aria compressa e del famoso telefonino di Sara dal quale pendono due linguette di metallo e che fece ritrovare Michele Misseri prima di confessare il delitto. Compressori e manometro sono stati sequestrati nel garage della sua abitazione all’indomani di una lettera con la quale lo stesso Misseri cambiava per l’ennesima volta versione sulla dinamica del delitto, scagionava la figlia Sabrina e se ne addossava per intero ogni responsabilità. In quella lettera Misseri raccontava al proprio legale di aver strangolato Sara in un momento di ira in quanto il suo trattore non funzionava, e aggiungeva di ricordare che la nipotina in quella circostanza cadde sbattendo violentemente il capo contro un compressore. Al centro delle verifiche soprattutto il telefonino di Sara. Sul cellulare i Ris hanno trovato due profili genetici, di un uomo e di una donna. Quei profili verranno comparati con il dna di Sabrina e Michele, poi di Cosima Serrano, di Ivano Russo, dello zio di Sarah, Carmine Misseri, e del cugino Cosimo Cosma, questi ultimi due tuttora indagati (dopo essere stati arrestati e poi liberati) per concorso con zio Michele nella soppressione del cadavere. Gli investigatori non annettono tuttavia particolare importanza all’eventuale circostanza che sul telefonino della ragazzina assassinata possa trovarsi il dna di Sabrina, di Cosima o di Ivano, poiché tutti hanno già fatto sapere di aver toccato più volte quel telefonino nei giorni precedenti all’omicidio. Ed è anche logico giacché Sarah frequentava la casa di Sabrina ed era stretta amica di Ivano. Né cambierebbe nulla l’eventuale presenza sul cellulare del dna di Michele Misseri: sarebbe anzi sospetto il contrario giacché fu proprio lui a maneggiarlo e a farlo ritrovare. Sarebbe invece decisamente importante sotto il profilo delle indagini, qualora si scoprissero sull’apparecchio le tracce del dna di Carmine Misseri o di Cosimo Cosma: nessuno dei due avrebbe, infatti, avuto occasione di toccare quel telefonino prima del delitto, proprio perché non avevano praticamente nessun rapporto con la piccola Sara. Ritrovare le loro tracce diventerebbero una pesante prova a carico. Qualunque sia l’esito, non è quindi dalle analisi che Cosima Serrano – indagata per concorso in sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere – può avere nulla da temere. Se la Procura ha raccolto nei suoi confronti elementi indiziari di colpevolezza, questi sono altri e potranno probabilmente conoscersi solo nei prossimi giorni. Sabrina Misseri intanto, ha saputo prima dalla tv in carcere e poi da uno dei suoi due avvocati, Nicola Marseglia, che la madre è indagata. “La notizia l’ha avvilita e abbattuta – ha riferito il legale – la ragazza è distrutta: non riesce a darsi una spiegazione soprattutto in relazione alla decisione positiva della Cassazione di qualche giorno fa. Le ho spiegato che si tratta di una scelta del pubblico ministero e di un fatto processuale autonomo da quella decisione”. La scorsa settimana la Suprema Corte ha annullato con rinvio una delle ordinanze del Tribunale del Riesame di Taranto che avevano confermato la detenzione in carcere di Sabrina Misseri, rimettendo apparentemente in discussione l’intero impianto accusatorio della Procura.