Gioia Tauro, il sindaco mente sugli schiamazzi

Rocco Sciarrone, in procinto di essere eletto consigliere provinciale in quota al Pri, replica alla nota di Jacopo Rizzo, vice sindaco di Gioia Tauro nel Reggino, che aveva espresso solidarietà al sindaco Renato Bellofiore per gli “schiamazzi” di un candidato alle elezioni. Sciarrone senza remore interviene raccontando al giornale i fatti e contestando la versione. “Ero a Reggio Calabria in quel momento ed ho visto proprio il sindaco lì. Del resto i miei sostenitori, che ringrazio, hanno tenuto un atteggiamento molto corretto, hanno festeggiato ma senza arrecare disturbo ad alcuno”. Sciarrone entra nel merito del messaggio lanciato da Rizzo affondando il dito nella piaga. “Io ero il rappresentante più giovane, genuino e spontaneo di quel movimento “cittadinanza democratica” che avevo interpretato in tutta la sua originale importanza! Votammo Bellofiore perché si era presentato come un novello Spartaco a difesa della Città. Si considerava portavoce e interprete di un movimento cittadino con obiettivi di rivalsa della nostra Città nei confronti di tutti gli aspetti negativi che deve sopportar grazie allo strapotere dello Stato. Eppure non solo Egli ha deluso completamente tutte le aspettative, non solo si comportò anche nei confronti del potere centrale non da Leone ma come da cagnetto da salotto, non solo non riuscì e non riesce a risolvere nulla, ma in barba a qualsiasi idealismo “Rivoluzionario”si fece allettare subito da proposte di candidature alla provincia meticolosamente valutate dimenticandosi del suo mandato che poche settimane prima aveva chiesto ai suoi cittadini per risalire la china dal baratro in cui ancora Gioia Tauro si trova. A quel tempo un blasonato mio avversario politico disse di Lui: “è uno che ha solo fame di potere”. Non era attendibile in quel contesto; ma alla luce del suo comportamento successivo si! , si perché suffragata da un’altra affermazione da lui fatta è cioè: “che il sottoscritto era un ragazzo non facile da gestire”. Dimenticando estemporaneamente che la spinta elettorale ricevuta da me era stata dilagante e determinante per la sua elezione. Bellofiore non ha voluto continuare la sua politica di paladino della Città essa gli è servita solo a raggiungere la poltrona di Sindaco e, non sazio, pensava già a quella provinciale. Alla fine dopo attente e oculate valutazione si scelse il connubio con l’Udc, dove rinnegando il passato apolitico ha voluto accasarsi! Il tutto è stato a dir poco catastrofico: il “povero” Castellano si è visto addirittura dimezzati i voti presi nella precedente tornata elettorale! Peggio di cosi si può solo morire!”.