Milano, Berlusconi un uomo solo

 

Il Premier giù di tono

Silvio Berlusconi ha subito uno “schiaffo” a Milano che non ha precedenti. A pesare non solo la sconfitta della Moratti, ma anche quella manciata scarsa di preferenze che suonano come un campanello d’allarme, che hanno minato l’ego del Cavaliere e danno coraggio a chi si prepara a chiedergli di avviare quanto prima una transizione nella guida della coalizione. Molto dipenderà dall’esito del voto del capoluogo lombardo. L’eventuale sconfitta a Milano rischia di imporre all’alleato lùmbard la richiesta all’amico Cavaliere di un cambio più radicale che non potrà limitarsi ad un semplice maquillage programmatico. Ecco perché, al di là delle smentite, si rincorrono nel PdL e nella Lega Nord le ipotesi più diverse, come quella dei vice Premier o di un Berlusconi bis. Il dibattito è ormai aperto e si discute su come andare avanti e organizzare il centrodestra in vista di una legislatura che sta per finire. Ci si interroga anche sui rischi di un eventuale passo indietro del Cavaliere e su come allargare il perimetro del centrodestra. L’annuncio di un comizio o di una conferenza stampa che i due leader potrebbero fare insieme a conclusione della campagna elettorale, spiega come i destini di Berlusconi e Bossi siano incrociati. L’appuntamento per una verifica seria nel centrodestra è quindi rimandato al 30 maggio. Così come è rimandata ogni decisione sul PdL, malgrado il pressing di Scajola e le fibrillazioni di ministri e coordinatori che chiedono congressi e nuova classe dirigente. Berlusconi, terribilmente irato per come i giornali (specie quelli milanesi) hanno seguito la campagna elettorale di Moratti e Pisapia, non sembra però dare nessun segnale di ripensamento strategico sia sulla maggioranza sia nell’assetto del governo. Sotto traccia lavora Denis Verdini che deve tenere da un lato a bada il PdL e dall’altro l’appetito di posti che la terza gamba (forse presto ce ne sarà anche una quarta) continua ad avere.