S. Ferdinando di Puglia, duplice omicidio

Francesco Martelli
Sarebbero sulle piste di tre cittadini bulgari, i carabinieri alla ricerca dei responsabili della brutale aggressione a sprangate, compiuta nella notte nelle campagne di S Ferdinando di Puglia: sono stati uccisi un uomo di 45 anni e sua figlia di 19.
Un secondo figlio dell’uomo, di 20 anni, ha riportato ecchimosi e traumi ma è riuscito a mettersi in salvo, perché è fuggito dal casolare nei pressi del quale la famigliola – bulgari rom di etnia turca, a quanto viene reso noto – si era accampata solo da qualche giorno.
I tre aggressori sarebbero persone della comunità bulgara della zona, che il quaranticinquenne e i suoi figli avevano conosciuto al loro arrivo.
Dopo essere stato massacrato di botte, l’uomo è stato buttato in un pozzo vicino al casolare; potrebbe essere stato lanciato mentre era ancora vivo. Una volta sul fondo, chi lo aveva ridotto in fin di vita ha completato il lavoro facendo precipitare nel pozzo un masso di tufo.
Il corpo della giovane è stato trovato invece nel casolare: nei suoi confronti non sembrerebbe sia stata compiuta anche violenza sessuale. I carabinieri intervenuti sono stati avvertiti dal ventenne, che – a quanto si sa, per ora – parla solo la sua lingua.
Dei tre bulgari, anche loro di etnia rom, presunti responsabili dell’aggressione è stato fatto un identikit. Lo si é appreso da fonti investigative.
Ricerche dei tre sarebbero pertanto in corso in tutta la Puglia e in particolare nell’Ofantino, nella zona di Margherita di Savoia, città che in passato sarebbe stata da loro piu’ volte frequentata.
Alla preparazione degli identikit, si è appreso, avrebbe contribuito in maniera essenziale il superstite (figlio e fratello delle vittime), ricoverato nell’ospedale Dimiccoli di Barletta: i medici lo hanno giudicato guaribile in una decina di giorni, riscontrandogli un trauma cranico e ferite lacero-contuse alla testa.