Pugliese e Rombolà: “C’erano una volta le lucciole… La profezia di Pasolini”

Nella prestigiosa sede del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, venerdì 21 ottobre, ore 17.30, si terrà la presentazione del libro “C’erano una volta le lucciole… La profezia di Pasolini”, scritto a quattro mani da Antonio Pugliese e Nicola Rombolà. L’iniziativa è stata inserita nel programma “Riflessioni di Scienza e Letteratura” organizzato dal Centro internazionale scrittori della Calabria in collaborazione con i Dipartimenti di Scienze Veterinarie e di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina. A relazionare la docente di Filologia Classica all’Università di Messina Paola Radice Colace (originario di Vibo), autrice della prefazione al libro e gli autori.

C’erano una volta le lucciole… L’incipit che richiama le antiche favole, ha ispirato il testo che rievoca la storia ecologica, sociale, antropologica, culturale e politica dell’Italia dagli anni Sessanta ai primi anni Settanta, illuminata dallo sguardo profetico di Pier Paolo Pasolini. A oltre 40 anni dalla sua scomparsa, a riprendere l’importante e drammatica esperienza dello scrittore, regista e intellettuale (senz’altro uno dei più importanti autori impegnati della storia italiana del Novecento), Antonio Pugliese e Nicola Rombolà, in un libro di recente pubblicazione.

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“C’erano una volta le lucciole… La profezia di Pasolini”

Uscito di recente per i tipi di Calabria Letteraria Editrice, sarà presentato nella prestigiosa sede del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, venerdì 21 ottobre, ore 17.30. L’iniziativa è stata inserita nel programma “Riflessioni di Scienza e Letteratura”, organizzato dal Centro internazionale scrittori della Calabria in collaborazione con i Dipartimenti di Scienze Veterinarie e di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina. La presentazione sarà preceduta dall’intervento di Carmelo Malacrino (Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio). A relazionare la prof. Paola Radici Colace (Presidente onorario del Cis e professore Ordinario di Filologia Classica all’Università di Messina), autrice del breve saggio che fa da prefazione al libro, e gli autori Antonio Pugliese e Nicola Rombolà. E’ prevista anche una testimonianza da parte di mons. Giuseppe Fiorillo, su un incontro che il sacerdote ha avuto con  Pasolini ad Ariola di Gerocarne tra febbraio-marzo del  1964, quando il regista si trovava nella località delle Preserre del Vibonese con l’intenzione di girare una scena della natività del film “Il vangelo secondo Matteo”.

“C’erano una volta le lucciole …” nasce come saggio-racconto

Recupera l’immagine simbolica delle lucciole a partire dall’articolo apparso sul Corriere della Sera il primo febbraio del 1975, conosciuto come “L’articolo delle lucciole” (così come è stato intitolato dallo stesso Pasolini negli “Scritti corsari”). Con Pasolini infatti questi coleotteri, appartenenti alla famiglia delle “Lamparidi”, sono entrati nell’immaginario collettivo con una carica evocativa ed un fascino che non avevano conosciuto mai prima, perché assumono un significato simbolico dalla forte connotazione politico-culturale; ma, come è sottolineato dal prof. Pugliese nel suo saggio, sono anche sentinelle della salute dell’eco-sistema: con la scomparsa delle lucciole Pasolini prefigura anche il dramma della scomparsa della civiltà contadina. Il docente universitario, nelle doppia veste di scienziato e umanista (Ordinario di Clinica Medica Veterinaria all’Università di Messina) si è cimentato nella descrizione del comportamento delle lucciole; in particolare si sofferma sulle cause che provocano la loro scomparsa, con una analisi di carattere ambientale ed ecologica; mentre Nicola Rombolà, docente di discipline letterarie negli Istituti d’Istruzione Superiore, compie un excursus letterario ed evocativo sul significato e sul valore attuale dell’esegesi che Pasolini ha svolto fino alla sua tragica scomparsa (notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975) in particolare negli “Scritti corsari” e in “Lettere Luterane” (postumo), dove emerge uno sguardo demistificante e radicale, con la definizione di alcune categorie semantiche e interpretative per comprendere la società della nostra contemporaneità, come “l’omologazione culturale”, “l’apocalisse e il genocidio culturale”,  “la mutazione antropologica” degli italiani e  “l’ideologia dei consumi” come nuovo potere politico e religioso. In questo itinerario di un certo interesse letterario l’excursus sull’apparizione della lucciole nella letteratura italiana a partire dal canto XXVI dell’Inferno in cui spicca la figura di Ulisse. Preziosissima è la prefazione “Se la terra comincia a morire” della Radice Colace per la sua profondità culturale in cui emerge la sensibilità classico-umanistica verso la natura e l’accorato appello al sacro rispetto delle creature per salvaguardarle dalla “civiltà suicida”, e la post-fazione del prof.  Gaetano Bonetta (direttore del Dipartimento di Scienze filosofiche e Pedagogiche dell’Università di Chieti-Pescara), dal titolo emblematico, “Le lucciole non moriranno mai: siamo noi!”.