Cancellate le liberalizzazioni Renzi chiude i negozi durante le festività

Negozi chiusi per tutte le festività dell’anno. La Camera dei Deputati, a fine 2014, ha approvato in prima lettura la nuova legge sugli orari dei negozi affossando le liberalizzazioni introdotte dal governo Monti e prevedendo in particolare che le attività commerciali debbano chiudere almeno per 12 giorni festivi all’anno. Al momento in Italia un negozio può restare aperto quando e quanto vuole, tutti i giorni dell’anno, senza limitazioni territoriali o legate ai prodotti venduti.

Le nuove norme, tornate al vaglio della Commissione Industria del Senato, prevedono invece il ripristino della chiusura obbligatoria delle attività in occasione di 12 delle principali festività nazionali (Capodanno, Epifania, 25 aprile, Pasqua, pasquetta, il primo maggio, il 2 giugno, il 15 agosto, il primo novembre, l’8 dicembre, Natale e Santo Stefano). I nuovi vincoli valgono anche per i comuni turistici e prevedono un’unica eccezione. Ciascun esercente può derogare all’obbligo di chiusura, fino ad un massimo di 6 giorni, dandone preventiva comunicazione al comune. Solo bar e ristoranti non hanno alcun vincolo ma ai sindaci è affidato il potere di definire una differente regolazione delle aperture selezionando aree specifiche, nel mirino innanzitutto le zone destinate alla movida, con ordinanze che hanno valenza di 3 mesi. Pesanti le sanzioni: multe da 2 a 12mila euro per chi non rispetta i 6 giorni di chiusura, da 1 a 10 giorni di stop per chi commette due infrazioni in un anno. Dopo diversi mesi di stallo, ora si procede spediti. Ieri è iniziata l’illustrazione degli emendamenti presentati a luglio quindi, dopo gli ultimi pareri (governo e commissione Bilancio), si procederà con le votazioni in modo tale da definire entro la prossima settimana il testo finale e quindi passare il tutto all’aula. Le grandi catene di distribuzione, come quelle associate a Confimprese, criticano questa controriforma e lo stesso hanno fatto la gran parte delle associazioni dei consumatori. Anche il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella ha più volte segnalato come questo nuovo provvedimento freni lo sviluppo della concorrenza nell’ambito del commercio. Sul fronte opposto i sindacati del settore assieme a Confcommercio e Confesercenti, che ha invece ha bollato come “devastante” la liberalizzazione voluta da Monti.