Testimonial Umberto Zanotti Bianco a Bruno Congiustì e a Mastro Micu Domenico Tallarico

Capistrano AntefissaContinua la campagna di testimonianza e di impegno della Delegazione Vibonese di Italia Nostra per ridare vita alla straordinaria opera umanitaria e culturale di Umberto Zanotti Bianco. Non solo come tutela dell’ambiente, del paesaggio rurale, e in una accezione più generale, di tutto ciò che va a ricadere nei beni culturali e paesaggistici, ma uno sguardo e una attenzione particolare è stata, in questi anni, dedicata alla salvaguardia delle identità territoriali, delle culture locali, di quelle matrici storiche che ancora sopravvivono e affondano la loro memoria nella millenaria civiltà contadina.

Per questa forte tensione umana, culturale e antropologica che ha segnato l’esistenza del fondatore di Italia Nostra, la Delegazione Vibonese dal 2009 ha istituito il “Testimonial Umberto Zanotti Bianco”. Diverse le personalità insignite del riconoscimento nei diversi campi istituzionali e del mondo dell’associazionismo. In serata (mercoledì 19, dalle ore 21), in una importante occasione di incontro e confronto tra generazioni che si ritrovano,  il riconoscimento verrà consegnato a due protagonisti delle identità culturali locali e della conservazione della memoria orale: Bruno Congiustì e Domenico Tallarico di San Nicola da Crissa, che animano la rivista “La barcunata”. In tutti questi anni sono riusciti a mantenere vivo il rapporto tra il passato e il presente, tra le generazioni che hanno segnato secoli di storia e le generazioni future. Congiustì è un ricercatore e direttore del periodico, mentre Tallarico (mastro Micu)  è un “archivio vivente”, la memoria storica di un mondo contadino e di un sapere popolare “sensibile” per la costruzione di un futuro che deve rimettere al centro l’uomo e la sua umanità, per combattere l’anestetizzazione dei sentimenti, la manipolazione mediatica e la desertificazione delle coscienze.

La cerimonia avverrà in un luogo molto suggestivo, nel borgo abbandonato di Nicastrello, nella particolare ricorrenza in cui le comunità locali incontrano le comunità che vivono nei diversi continenti (Canada, Stati Uniti, Francia, Belgio, Australia), discendenti ed eredi dei primi emigranti. Si tratta di un incontro con le radici dei loro padri, come vasi comunicanti di memorie e emozioni che si tramandano da generazione in generazione, e un ritorno in cui riconoscere la propria storia, in un mondo che disperde e distrugge i legami e le memorie, senza proporre nessun altro “alfabeto emotivo”, solo alfabeti senza anima.  Di questo borgo che si trova tra Capistrano e San Nicola da Crissa, ne ha fatto una sorta di “villaggio della memoria” Mimmo Greco, che si è autonominato governatore di Nicastrello ed è colui che dà vita, ogni anno, a questo incontro. Il testimonial sarà consegnato dal maestro  Raffaele Famà che ha riprodotto l’immagine-simbolo rappresentata da un antefissa del V secolo a.C. che lo stesso Zanotti Bianco ha descritto nel 1958. Nel corso della cerimonia è previsto l’intervento del presidente della Delegazione Vibonese di Italia Nostra Gaetano Luciano, ma saranno presenti anche amministratori locali e regionali e l’ex presidente di Confindustria Calabria nonché ex candidato alla presidenza della Regione, Pippo Callipo.

Questa festa, nel corso degli anni, è diventata una sorta di rito collettivo, e acquista così un significato carico di corrispondenze e risonanze, in cui l’incontro tra comunità, tra storie e memorie, si fonde con la memoria del luogo, e fa emergere quel genius loci caro a Umberto Zanotti Bianco che ha concepito la sua missione umanitaria, esistenziale e culturale come una unione di storie, geografie, biografie e memorie.

  L’iniziativa porta con sé una fondamentale assunzione di responsabilità etico-civile che il presidente della Delegazione Vibonese di Italia Nostra Luciano e i suoi animatori e aderenti, ma anche i cittadini sensibili che lottano per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia dei beni culturali e delle identità rurali locali, manifestano e testimoniano in quanto rappresenta un imprescindibile “humus” per le future generazioni e consegnare loro dei valori collettivi (umani, civili, etici e spirituali) per cui si è battuto con indefessa passione Umberto Zanotti Bianco, in particolare nell’impegno umanitario verso i diseredati e nella costruzione di un progetto, che può avvenire soltanto attraverso il riscatto culturale. Una esperienza che Zanotti Bianco ha saputo coniugare mettendo insieme pensiero e azione, sensibilità umana ed estetica, creazione di luoghi e spazi dove ogni essere umano possa riconoscere il proprio destino. Non a caso è stato definito un “monaco laico” per aver dato risposte alle istanze degli emarginati e dei bisognosi. Pur non avendo legami biografici con la Calabria, Umberto Zanotti Bianco ha considerato questa regione come sua “patria spirituale” e ha creato un rapporto intenso con questa terra, dopo il disastroso terremoto del 28 dicembre del 1908 – che ha colpito in particolare Messina e Reggio – e che è durato fino alla sua morte, 28 agosto del 1963. Archeologo, scrittore e filantropo, egli è stato un interprete profondo della “cultura del dono”, dedicando la sua vita a scavare nella bellezza che si trova nelle opere degli antichi, ma soprattutto nella bellezza dell’uomo e della sua condizione, cercando di restituirgli dignità. Diverse sue opere testimoniano questo suo amore, come “Tra la perduta gente” o “Il martirio della scuola in Calabria”, ma è stata la sua opera umana, che ha lasciato tracce importanti che, in un periodo di forte crisi dei valori umani e spirituali, è necessario custodire e far conoscere, come sta cercando di fare con impegno e passione la Delegazione Vibonese di Italia Nostra.