Bullismo, la scuola è il luogo privilegiato dove combatterlo

«Ci troviamo di fronte a un mondo nel quale sono violenti non solo coloro che hanno un pensiero retrogrado. La violenza sulle donne, ad esempio, è equamente distribuita in tutti i ceti sociali, in tutti i livelli culturali, qualunque sia la professione. E non dipende da fattori economici». Lo ha detto l’assessora all’educazione Cristina Giachi intervenendo, questo pomeriggio nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio, al convegno sulla sperimentazione del ‘modello Kiva’ in Toscana, progetto finlandese per la riduzione del bullismo, realizzata da Università di Firenze e Ufficio scolastico regionale in collaborazione con l’Università di Turku in Finlandia. La prima ‘fotografia’ del Kiva, nell’ottobre scorso, ha fatto emergere che su un totale di 2.023 studenti, campione di 13 scuole primarie e secondarie di Firenze, Lucca e Siena, il 22% di alunni delle elementari e il 6% delle medie ha dichiarato di essere stato vittima di episodi di prepotenza da parte dei compagni. Autori di prevaricazioni si sono, invece, dichiarati l’8% dei piccoli studenti delle elementari e il 5% di quelli di scuola media. Considerando complessivamente le scuole elementari e le medie, sono i maschi (8%) i maggiori autori di gesti di bullismo (a fronte del 5% delle femmine); il cyberbullismo, già presente nella scuola primaria, si attesta su valori del 3-4%. Esiste, poi anche un’area problematica, fatta di episodi conflittuali più lievi, occasionali, che riguarda il 20% del campione. «Il bullismo è un fenomeno del quale non si vede un declino imminente – ha aggiunto l’assessora Giachi nel suo saluto – ha una forte radice culturale ma, soprattutto, ha origine in una fragilità esistenziale costante, nuova, forse crescente e della quale ci dobbiamo occupare. Chi lavoro nel mondo della scuola svolge quindi una funzione fondamentale: si occupa di queste fragilità proprio dove possono essere intercettate tutte. Ogni alunno è un’ ‘isola di cittadinanza’ che fa parte di un piccolo ‘arcipelago’ sul quale le istituzioni devono tenere un monitoraggio attento». La sperimentazione Kiva in Toscana si concluderà a fine anno scolastico, con la successiva verifica dell’efficacia dei risultati.