Vibo Valentia, rivivere e riattualizzare i valori della Resistenza

Rinnovare il significato storico, etico, ideale e politico, di quella fondamentale quanto drammatica pagina che ha segnato la nascita della Repubblica e della Costituzione, e riattualizzarlo alla luce degli avvenimenti che caratterizzano il presente, è stato il principale impegno del 25 aprile a Vibo Valentia. Alla lotta per la liberazione grazie alla Resistenza, in un frangente storico così difficile in cui si vive una emergenza democratica che mettono in discussione i diritti conquistati con enormi sacrifici – patrimonio vitale della convivenza e della coscienza civile e democratica – è necessario ridare valore ai principi che hanno contrassegnato in profondità le istituzioni repubblicane in Italia, all’indomani della sconfitta del regime nazifascista. La festa della Liberazione che si è svolta a piazza Diaz e su corso Umberto, è stata vissuta con questa matrice e tensione ideale nelle parole di coloro che si trovano a combattere contro ogni forma di criminalità, contro chi calpesta la dignità e la libertà di ogni essere umano. Tale sentimento è risuonato in particolare nella voce, rotta dalla commozione, di Anna Maria Torre, che porta avanti con “Libera” una lotta per l’affermazione della legalità e dei valori democratici, così come aveva fatto suo padre ucciso l’11 dicembre del 1980 per ordine di Raffaele Cutolo, in quanto si era opposto alle infiltrazioni della camorra negli appalti nella ricostruzione in seguito al disastroso terremoto che ha colpito la Campania (23 novembre 1980), dopo essere stato eletto sindaco ad agosto dello stesso anno a Pagani; nelle accorate parole di Rocco Mangiardi (testimone di giustizia) che ha raccontato perché ha deciso di ribellarsi contro la criminalità lametina e il tentativo di imprigionare la sua vita e quella della sua famiglia attraverso il pagamento del pizzo. Più che insegnare la legalità è importante “consegnarla” alle future generazioni, ha ribadito Mangiardi, attraverso i gesti, l’esempio; così la stessa Torre ha spiegato come, nonostante le istituzioni non facciano il dovere fino in fondo, lei “esiste” con la sua testimonianza e continua a “resistere” in un territorio difficile che soffre per la fragilità delle istituzioni democratiche. Un appello accorato quello della Torre e dello stesso Mangiardi che non si sono piegati alla ignobile legge di chi attenta ai valori della Resistenza, come ha spiegato Matteo Luzza, coordinatore provinciale di Libera, che ha scelto il 25 aprile per portare avanti in tutta Italia “una nuova resistenza”. La Resistenza diventa quindi esistenza: non una rievocazione storica, ma impegno quotidiano, attraverso il documento fondante della nostra Repubblica, la Costituzione. E’ per questo che l’Anpi provinciale ha deciso di distribuire il testo della Carta costituzionale (oltre cento copie), per rinnovare quei principi che sono scaturiti dalla lotta partigiana contro il nazifascismo. Lo ha ricordato Silvestro Scalamandré (presidente Anpi Vibo) ma anche Luigi De Nardo (segretario generale Cgil Vibo) che hanno deciso di organizzare la manifestazione in collaborazione con l’associazione culturale “Il brigante” che ha curato un recital di poesie per raccontare la “nuova resistenza” di chi non ha smesso di combattere per i diritti costituzionali come il diritto alla libertà d’espressione e della tutela della salute di tutti i cittadini e per denunciare il degrado e la corruzione delle istituzioni democratiche. A presentare l’impegno del “Brigante” Bruno Greco, giovane componente dell’associazione che opera sul territorio di Serra San Bruno. Nell’occasione è stata ricordata l’importante figura di Sharo Gambino, morto il 25 aprile di cinque anni fa, che ha fatto della resistenza un valore scandito attraverso la sua opera letteraria e il suo impegno sociale ed etico, denunciando i diritti calpestati di tanti diseredati, ma anche dei tanti calabresi che sono stati costretti a emigrare o vittime della criminalità. Così, anche Vincenzo Linarello (presidente del consorzio di cooperative Goel), ha dato una lettura della realtà di disagio sociale che vive la nostra regione, prospettando una via di uscita e tracciando una strategia per rispondere al tentativo di marginalizzare ed emarginare la Calabria, che veste i panni del potere mafioso-criminale ma soprattutto insito nel sistema economico-finanziario che concentra la ricchezza nelle mani di pochi e rende tantissimi sempre più poveri, generando una ingiustizia sociale intollerabile e che lede i fondamentali principi della Costituzione. Un 25 aprile per ritrovare un corale sentimento di unità tra tutte le forze democratiche presenti sul territorio che si ispirano alla lotta contro ogni fascismo sia passato che presente e che si insinua ancora oggi nei modelli pseudo-culturali che vengono veicolati dai poteri che hanno gli strumenti comunicativi, per ribadire che non si può rinunciare ai valori fondamentali della Costituzione figlia del sacrificio dei partigiani e della Resistenza e difesa dalla lotta dei tanti nuovi “resistenti”, come ha testimoniato con la sua presenza il segretario generale Cgil della Calabria Michela Gravano. Ecco che l’immagine scaturita dal racconto delle diverse esperienze di lotta nel corso dell’intera giornata e che più rappresenta emblematicamente la Resistenza di questo territorio è stata “ l’acqua”, vitale, plastica, trasparente, che deve scorrere nelle nostre case pulita, senza inquinamento, come stanno lottando tanti comitati cittadini e provinciali, in particolare l’associazione culturale “Il brigante”. Con questo spirito gli organizzatori, assieme ai tanti attori della vita democratica del territorio, come Libera, la CIA, l’Auser, la CNA, Silp-Cgil, il Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Comunisti italiani e Sinistra Ecologia e Libertà, hanno rinnovato il filo della storia e della memoria ritessendolo e rendendolo ancora più robusto, invitando tutti i presenti e coloro che credono ancora in un futuro che guarda ai valori autentici che il passato consegna alle generazioni del presente, di vivere la Resistenza in ogni momento, come un generatore civile, ideale e politico di libertà e dignità. Diversi i momenti nel corso della giornata. In mattinata sono state commemorate le tre medaglie d’oro su corso Umberto: Saverio Papandrea, Vinicio Cortese, Emilio Sacerdote. Nel corso della commemorazione è stato ricordato anche Giorgio Marincola, medaglia d’oro di Pizzo Calabro. Agli interventi di Scalamandrè, De Nardo, di Torre, Mangiardi, Linarello, Greco, Luzza, durante la mattinata, è da segnalare anche quello di Paolo Corsetti (segretario forum dei Movimenti dell’acqua). Nel pomeriggio invece la manifestazione è stata contrassegnata dal recital di testi curati da Sergio Gambino che ha interpretato poesie e scritti, e dall’intervento di El Alfia Marua, che ha fatto un excursus storico e ideale della Resistenza e dei valori presenti nella Costituzione; infine l’artista francese Silvie Dubois ha vestito i panni del clown dando vita allo spettacolo “In sicurezza con Caramella” che ha molto divertito piccoli e grandi, con un messaggio pedagogico sulla sicurezza e sul rispetto delle regole. A chiudere le testimonianze, Giovanni Surace che ha posto la questione delle strade e delle piazze intitolate a militanti fascisti, che rappresentano un affronto all’antifascismo, come ribadito dalla nostra Costituzione. La manifestazione è stata presentata e coordinata da Nicola Rombolà (giornalista e componente Anpi Vibo Valentia).