Genova, ricercato internazionale inguaiato dagli amici

Quando gli agenti, visto l’esito positivo del test etilometrico, gli hanno ritirato la patente, il giovane che era al volante ha fatto la cosa più ovvia, senza pensarci su. Ha chiamato un amico per farsi riaccompagnare a casa. In realtà, non tanto per lui quanto per l’amico, avrebbe dovuto pensarci su almeno un po’ prima di comporre proprio quel numero. Sì, perché l’amico contattato in caso di bisogno è, in realtà, un ricercato internazionale latitante negli ultimi 3 anni. E il controllo dei documenti anche al nuovo autista non ha lasciato spazio a dubbio alcuno. Ma ecco la dinamica del fortuito arresto. Intorno alle 3.00 dello scorso venerdì notte, in lungomare Canepa, una pattuglia della Polizia Stradale di Genova ferma un’auto con tre persone a bordo. Sottoposto all’alcool test, l’uomo che era alla guida risulta in stato di ebbrezza; per lui, quindi, patente ritirata e, dal momento che nemmeno i suoi due amici sono in condizione di guidare, si presenta la necessità che qualcuno venga a prenderli. Quando l’amico contattato al telefono raggiunge i tre e la volante, gli agenti sottopongono anche lui al test etilometrico (è positivo anche per lui e quindi il gruppetto di amici chiama un taxi, ndr), oltre a controllargli i documenti. Proprio da questo controllo emerge che sull’uomo, un 43enne, pende un ordine di cattura internazionale. Il 43enne, che a Bucarest si era reso protagonista di una rissa, scoppiata per un apprezzamento troppo pesante alla sua donna e che per questo motivo aveva massacrato di botte l’autore di tale commento, era scappato dal proprio paese facendo perdere le proprie tracce. Condannato in contumacia per lesioni gravissime, ha vissuto in Italia da latitante fino all’arresto. Fortuito, appunto. L’uomo, che al momento è rinchiuso nel carcere di Marassi, adesso attende l’estradizione perché nel suo paese ha la pena da scontare. Quanto ai tre amici che lo hanno inguaiato, sdrammatizzando, verrebbe da dire che sperano non se la sia presa troppo a male per quella telefonata nel cuore della notte.