Sesso e pagamenti in Bitcoin: la nuova frontiera della criptovaluta

Bitcoin sino a quale mese fa era sinonimo di successo. La criptovaluta è balzata sulle prime pagine di tutti i giornali per via delle sue elevate quotazioni. I riflettori si sono però gradualmente spenti, ma il Bitcoin continua ad essere una delle monete virtuali più usate per i pagamenti. C’è un legame sempre più forte ad esempio tra porno e Bitcoin.

Pagamenti in Bitcoin per escort

Gli analisti del trading finanziario hanno tracciato un quadro dei pagamenti in Bitcoin. Sorprendentemente si compra sesso con le criptovalute. Alcune accompagnatrici professioniste hanno scelto di accettare pagamenti anche nella criptovaluta più famosa della categoria. Pagamenti bitcoin escort è diventata quindi una delle opzioni per molti portali di annunci per escort. Questi portali infatti consentono agli utenti di pagare attraverso la criptomoneta l’appuntamento con l’escort.

I portali permettono all’utente di usare le criptovalute come una normale valuta sia esso dollaro o euro o altra moneta nazionale. Una delle obiezioni rivolte al Bitcoin è la trasparenza nel criptomining, un’osservazione ampiamente superata mediante il riconoscimento da parte di diverse istituzioni che hanno in tutto il Mondo legittimato la forza della criptomenenta. La crescita esponenziale del suo valore è arrivata a livelli insostenibili. Inevitabile quindi la fase di calo, un evento fisiologico ed atteso da tutti i trader. Il fatto stesso che molte aziende, incluse le industrie del sesso, abbiamo accettato il Bitcoin, ne ravviva la consistenza.

Bitcoin e le anti valute

Le correnti di pensiero sono differenti. C’è chi vede nel Bitcoin l’anti valuta, uno strumento di speculazione eccessivo. Eppure la speculazione sulle valute è sempre esistita sin dalle popolazioni più antiche. La prima rivoluzione si registra nel Rinascimento. I mercanti di Genova e banchieri di Firenze introducono la contabilità a partita doppia. Dare/avere, costi/ricavi sono registrati congiuntamente. Poi vengono certificati da notai, revisori, catasto, agenzie delle entrate. Un sistema chimato a gestire nel tempo un numero crescente di transazioni quotidiane. Da allora non si è più fatto a meno della partita doppia.

E’ l’anno 1989. Yuji Ijiri inventa la partita tripla. Il giapponese unisce contabilità, criptografia e certificazione. E’ lo stesso anno in cui Tim Berners-Lee inventa internet. Avvalendosi di sperimentazioni accademiche e finanziamento pubblico, fa interagire molteplici calcolatori sulla base di protocolli computerizzati aperti. Non esiste un proprietario della lingua che le macchine parlano l’una l’altra. Nascono lingue informatiche accessibili gratuitamente per gestire posta elettronica (Pop e Smtp), accesso alla rete (Htpp), e la geo-posizione (Gps).

Spetta a Steven Johnson ossservare che, dopo avere creato linguaggi aperti per posta elettronica, internet e Gps, non si protegge l’identità sociale degli utenti. Così si sviluppano procedure chiuse e a pagamento. Le grandi società acquisiscono dati come Amazon ed eBay. Facebook incamera gli amici, Instagram le foto, WhatsApp e Skype “catturano” indirizzi e telefoni. Una mole straordinaria di informazioni passa da Google. Il motore di ricerca conosce tendenze, acquisti, preferenze. Quando si accede ai servizi dei big della tecnologia si demanda parte delle proprie informazioni, avviene una profilazione. Bitcoin rientra in questo contesto ma al contempo viaggia nell’anomimato del web. Sfugge infatti ai controlli centrali, crea una valuta parallela che non risponde a nessuna Banca Centrale. Nel web vive la criptrografia che genera business. Il fenomeno esplode e contagia tutti, non solo operatori del mondo informatico e trader professinisti. Bitcoin (insiem alle sue sorelle minori) affascina il mondo intero. Le criptovalute acquisiscono nuovi spazi. Diviene possibile speculare sulla criptovalute, scambiarle, cederle. Bitcoin passa da anti valuta a valuta a tutti gli effetti. Con Bitcoin si paga di tutto. Non ci si può quindi sorprendere se con i pagamenti in Bitcoin vengano accettati anche da portali specifici dell’industria del sesso.

La risposta del Bitcoin

Satoshi Nakamoto nel 2008 rielabora il concetto contabile di Yuji Ijiri. Propone un meccanismo per generare la prima anti valuta, il Bitcoin. Nakamoto rivoluziona il sistema monetario. Il segreto è rimanere ignoti ma interagire con tutti. L’identità del possessore di Bitcoin rimane segreta. E’ infatti protetta dal codice alfa-numerico incorruttibile. Ogni operazione però è pubblica, condivisa immediatamente con una rete di calcolatori che usano la stessa procedura.

Il blocco di computers incatenati è conosciuto come block-chain. Si trasforma in un registro pubblico dove non è possibile barare. Nessuna manipolazione o distruzione. Il registro informatico non è di proprietà privata, appartiene agli utenti. E’ un’innovazione tecnologica che protegge dal furto d’identità e cancella i costi di certificazione. Si va verso il mondo ugualitario.

Chiunque dedica parte del proprio calcolatore per mantenere il sistema e impedire interferenze, è pagato. Così nasce Bitcoin, la remunerazione, una sorta di gettone. La creazione di bitcoins si chiama estrazione. Si estrae una sorta di minerale virtuale che necessita sempre di maggiore potenza di calcolo, alimentata da crescenti quantità di energia provenienti soprattutto dall’Asia.

Pagamenti funerali Bitcoin

Silvio Micali del Mit, uno dei migliori criptografi, osserva che come fondamento di tutte le criptovalute c’è un algoritmo di carattere consensuale. Bitcoin ha il consenso sulla base di prova di lavoro. Altre monete chiedono la prova di partecipazione al processo costitutivo. Sono concetti differenti, che però sono accomunati dal riconoscere la capacità innovatrice del registro pubblico.

Le speculazioni che fanno oscillare il valore di mercato di Bitcoin sono inevitabili. Fanno parte del successo del sistema. Basti pensare che sul web si trova anche la voce pagamenti funerali Bitcoin. Ciò rende ampiamente l’idea di quanto il Bitcoin abbia superato le sue aspettative. Di quanto questa criptovaluta sia diventua a tutti gli effetti una moneta come il dolloro, lo yen o l’euro. Non rappresenta però una Nazione, ma una comunità.

La partita tripla e la catena di blocchi riescono a ridurre il divario sociale. Al Bitcoin il merito di moderare la demarcazione tra investitori e utenti. La criptovaluta abbassa i costi di gestione, contiene il potere dei monopoli informatici. Yuji Ijiri e Satoshi Nakamoto hanno innovato, dato una nuova visione delle monete e del potere d’acquisto. Il web ha fatto il resto. E se domani al supermercato tutti pagheranno in Bitcoin non ci sarà nulla di strano. Un sistema come Bitcoin innegabilmente necessita di qualche correttivo, ma non si può negare la sua forza e la sua valenza applicata al mondo reale, a quello dei bisogni di tutti i giorni.