Trieste. Bollino di qualità per le scuole con telecamere di videosorveglianza

CI sarà un bollino di qualità per le scuole con telecamere di videosorveglianza. È la novità annunciata dall’assessore alle Autonomie locali e sicurezza della Regione Friuli-Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti, dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale di un emendamento di giunta che istituisce un fondo da 3 milioni di euro per la videosorveglianza delle scuole e delle case di riposo. In attesa dell’approvazione definitiva della legge nazionale il Friuli si porta avanti. “Si tratta di un intervento importante – spiega Roberti – che mette a disposizione un fondo per i Comuni che potranno destinare questi soldi per installare delle telecamere di videosorveglianza all’interno delle strutture dove vengono ospitati minori, disabili, anziani quindi le fasce che devono essere maggiormente tutelate. Vi sarà sempre un occhio vigile sul comportamento degli operatori a tutela di loro stessi. Tante volte possono esserci dei falsi allarmi che possono mettere in difficoltà gli operatori. Le strutture che si doteranno di impianti di videosorveglianza potranno esibire un bollino di qualità che certifica come il minore o l’anziano affidato a quella struttura viene trattato come si deve”. “L’intervento riguarda tutte le strutture che ospitano minori, comprese le case famiglia, i centri diurni. Saranno interessate tutte le scuole comprese quelle private. Prevediamo delle certificazione di qualità per chi si doterà di questi sistemi. Il nostro – precisa l’assessore – è un intervento di prevenzione. Per la repressione c’è l’autorità giudiziaria che quando ha delle segnalazioni, come è già accaduto, predispone telecamere per svolgere le indagini. Sapendo che vi sono delle telecamere sempre, fisse, che vanno a controllare quanto accade in aula è un elemento che serve a prevenire eventuali comportamenti illeciti ma anche a tutelare gli operatori stessi. Partiamo con delle risorse ingenti: tre milioni stanziati per il 2019. Se l’iniziativa funzionerà e avremo buoni riscontri metteremo ulteriori fondi a bilancio”. Inizialmente l’iniziativa oltre alle case di riposo coinvolgerà i nidi, le scuole dell’infanzia e le scuole primarie, pubbliche e paritarie, della città. Escluse, invece, le secondarie dove i ragazzi sono più grandi e sono in grado di denunciare o difendersi da soli senza bisogno di impianti di videosorveglianza. Un’iniziativa che ha suscitato polemiche da parte dell’opposizione in Consiglio regionale che non ha sostenuto la proposta dell’assessore.