Miracolo a Montecitorio: il novello Messia, Magnus Mario, è già un Mito

Con la sua proverbiale arte Mantica, ha sbrogliato la Matassa, e dopo aver trasformato il Minotauro in Minodrago grazie ad un misterioso Deus ex Machina, i suoi devoti discepoli, la folla ammaliata e le Muse dei Mass-Media, sono in fervida attesa del discorso della Montagna per ricevere la Mercede e la Manna

Quando chiudete le porte e fate buio dentro, ricordate di non dire mai che siete soli; infatti non lo siete: dentro di voi c’è Dio, e il vostro spirito. Ed essi hanno forse bisogno di luce per vedere come agite?

 (Manuale di Epitteto, 120 d.C.)  

“Sarà stato uno scherzo di carnevale!” molti avranno pensato. “È giovedì grasso, e poi in tempo di coronavirus, con tutte queste Mascherine, speriamo non sia una Mascherata”,  altri avranno commentato. Ma a quanto pare guardando, leggendo e ascoltando, ci siamo accorti che la vita non è un sogno come aveva fantasticato Calderon de La Barca, e la realtà supera qualsiasi fantasia. Da circa trent’anni, da quando sulla scena politica è apparsa la Maschera più popolare ed esilarante che la tradizione italica abbia mai potuto partorire dal suo ventre stuprato, il canovaccio è sempre lo stesso. Altro che Pulcinella, Arlecchino, Brighella, Balanzone, Pantalone, Gianduia, Colombina, Meo Patacca e tanti altri, come il Milanese Meneghino, senza dimenticare Giangurgolo, maschera di conio “calabrosa”.  Ma non pensavamo che ci potessero essere anche fantasmi e spettri inquietanti che ritornano. Il Cavaliere sarà certo un nostalgico della Cavalleria come don Chisciotte, e ha fatto passare la sceneggiata che la principessa Dulcinea  del Toboso fosse la nipote di Mubarak, e se la memoria non ci inganna, ha fatto prostrare alla novella principessa Cleopatra, tutti i suoi scudieri e le sue Madame assisi sugli alti scranni di Montecitorio. Una pagina memorabile e di altissimo prestigio per la Repubblica Italiana, la più Maestosa, la più solenne. E per quel gesto che adesso super Mario premia la Magna Corte e l’ha eletta tra i suoi Alti Profili. Ci prostriamo ammaliati da tanta Magnitudine. 

L’effetto Emme come Matteo e Mario, non finisce di sorprenderci. L’arte dell’improvvisazione appartiene alla nobile tradizione della Commedia dell’Arte. Non sappiamo che ruolo vestirà – speriamo non quello di capocomico, ne abbiamo già tanti in giro – per recitare la sua parte e la sua arte mantica. È certo che ci ha lasciati a bocca aperta: stupiti, meravigliati, increduli… I miracoli, in Italia, esistono! Immaginiamo ci sia stato un laborioso e travagliato lavoro di preparazione magistrale, una strategia ispirata al Manuale Cencelli, non certo a quello di Epitteto:

“Non dobbiamo credere ai molti, che dicono che solo le persone libere dovrebbero venire istruite, ma dovremmo piuttosto credere ai filosofi che dicono che solo le persone istruite sono libere”.

E’ certo, non è una semplice opinione, che la Emme ormai è una garanzia per i Mercati, per i Mercenari e i per i Magnati, così come le Multiformi Mascherate che il potere, con tutte le sue declinazioni e inclinazioni – dal primo al quinto (il quarto è già obsoleto) – esibisce con grande Maestria.   

Eravamo tutti col fiato sospeso in attesa di conoscere la Mitica compagine che avrebbe salvato l’arca dell’alleanza, e il super Mario ci ha fatto una stupefacente Magia. Si vede che è un uomo dalle mille risorse con il suo proverbiale tocco aureo, come il Mitico Re Mida associato a Gordio, re per caso, passato alla storia per il famoso “nodo gordiano” che Alessandro Magno recise con la sua spada. Così Magnus Mario, in tempi profani e non avendo una spada con un taglio affilato come quello della giustizia e del potere, con le sue umili Mani, sciolto il nodo della riserva, ha rispolverato un vecchio copione della nobile tradizione italiana della commedia dell’arte. Ha solo cambiato alcune controfigure. Sulla scacchiera ha mosso qualche pedina e ha quadrato il cerchio; o nel cerchio ha infilato il quadrato come nell’immagine simbolica dell’uomo vitruviano di Leonardo inciso sulla Moneta da un euro, che rappresenta l’Amore tra il cielo e la terra, tra la Materia e lo Spirito Magno. E adesso farà scacco Matto. Anzi scacco Matteo. Nel segno della “M” tutto è possibile: dal Messia Mario Monti a super Mario; dal regno dei Medici a quello del Magnificus (al secolo Lorenzi detto il Matteo). È successo un vero Miracolo a Roma, e precisamente tra le auliche e aulenti aule di Montecitorio. No! forse a Milano, come ha raccontato nella sua fiaba Vittorio De Sica settant’anni fa. Quel grottesco e buffo personaggio, il Mobbi, pelato e pingue, simbolo di Re Mida, come in tutti i sistemi simbolici e allegorici, diventa la prefigurazione della Provvidenza nella storia dei popoli e dei populismi. Si avvicina timoroso e sfoggia la sua fraterna e amorevole amicizia in mezzo a tutta la schiera di diseredati che lo guardano incuriositi e sospettosi come cani randagi affamati. Una scena epica nella sua icastica potenza iconografica. Per rompere il ghiaccio mentre tende la mani al calore del fuoco insieme alle altre mani, pronuncia un filosofico discorso nello stile di Vitangelo Moscarda in “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello: “Eccoci qui tutti riuniti e io ho freddo come voi. Questo perché? Perché siamo tutti eguali. Si, il mio naso sarà un po’ più piccolo o più grosso del vostro. Ma è sempre un naso. Questa è la verità amici: un naso è un naso… C’è bisogno forse di conoscersi e sapere il nome l’uno dell’altro per essere fratelli? No! … Io conosco forse il tuo nome? Eppure io ti volevo bene egualmente. Perché cinque sono le mie dita e cinque le tue”. L’altra scena emblematica è nel suo regno, quando riceve la delegazione dei baraccati. Totò “il buono” fa presente che “il naso è il naso”. Il Mobbi, un personaggio grottesco, caricaturale, tragicomico, inquietante, simbolo dei predatori e cinici imprenditori edili che si sono abbuffati di sterco cementificando le periferie e anche l’anima, infestando l’etere di fumo e corrompendo rappresentanti del popolo sovrano e riciclando i capitali della criminalità. Corsi e ricorsi storici. Ogni riferimento è puramente casuale, anzi, un Modello esemplare. Ma ci ha pensato la Mamma di Totò a compiere il Miracolo, con la divina colomba, mentre la mano e il naso del Mobbi, nel frattempo, si erano trasformati in Monstrum. Tutti i Mendicanti guidati da Totò, ascendono con le scope volanti sopra il duomo “verso il regno dove il buongiorno vuol dire veramente buongiorno”. L’apologo del messaggio finale del film di De Sica, ispirato da Cesare Zavattini (tratto dal racconto “Totò il buono” scritto a quattro mani insieme al grande e indimenticabile Totò, Antonio de Curtis), sarà in sintonia con l’opera Miracolosa e Meravigliosa del nuovo Messia Mario? Dalle lacrime e sangue, Mantra del salvatore della ex Matria Monti Mario di due lustri fa, adesso la Musica è cambiata: Mecenatismo, Munifecenza, Magnificenza, Manna, come ha insegnato il Magnifico Muratore Lorenzo de Medici:

Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
(Lorenzo de' Medici, Il trionfo di Bacco e Arianna)

Quante associazioni con la Emme. Ci ispirano Meraviglia e ci spingono a Meditare e a Mediare, ispirati dalla Muse. Non solo Maschera, Mascherata, Miracolo, Mario, Matteo, Machiavelli, Mefistofele, Muratore, Mistero, Ministero, ma anche Moneta, Mercato, Movimento, Mercimonio, e poi soprattutto Massomafia, Mafiocrazia e tante altre eccelse Manifestazioni che la nostra Memoria non riesce più a Metabolizzare, perché hanno segnato e disegnato l’ultima gloriosa storia di questa “bella d’erbe famiglia e d’animali” come la definisce Foscolo nei suoi Sepolcri “testimonianza a fasti… che ove speme di gloria agli animosi/ intelletti rifulga ed all’Italia” per una terra ormai prostituita e senza più dignità, “non donna di provincia ma bordello” (parola del Sommo Dante, VI canto Purgatorio).

Ma non  possiamo, tra cotanto senno, lasciare da parte la Emme dei Media. Stanno respirando a pieni polmoni per intonare un fastoso ditirambo, e le corde accordate si tendono e risuonano in libertà con cori e dichiarazioni d’amore come non si sentivano dai tempi di Romeo e Giulietta. Non si sono mai viste tante vele e veline dispiegarsi al vento che sospingono la nave verso una rotta Maestosa. Il pensiero corre sempre al nostro Sommo Poeta: “Per correr miglior acque alza le vele/ omai la navicella del mio ingegno/ che lascia dietro a sé mar sì crudele…” (Purgatorio, Canto I).  E questa apologia ed esaltazione del super Mario sgorga dall’anima:  cantici, inni, odi, ma soprattutto peana, Madrigali e Magnificat. Ritorna il bel tempo del Dolce Stil Novo, della lode a Madonna “scesa da cielo in terra a miracolo mostrare” perché “… I’mi son un che, quando/ amor mi spira noto ed a quel modo/  ch’è ditta dentro vo significando”. (Purgatorio, Canto XXIV).       

Per completare l’opera sinfonica, però con una dissonanza manifesta come accade nel pentagramma della musica contemporanea, non possiamo “scordare” il destino del Mezzogiorno, la famigerata questione Meridionale, che ritorna a bussare sempre più forte alle porte del nostro cuore, alla luce dei Medici che il Super Mario ha selezionato con cura per guarire il Malato immaginario per la grande competenza e meritoria umanità verso la perduta e Miseranda gente del Sud: presupponiamo che ai Mitici 60 e passa Miliardi di euro che Mancano alla Mensa del Mezzodì (che in dieci anni ammontano a oltre 600) e dirottati nelle Mani del Mitico Nord, con questa bella Manovra il Magnus Mario risolverà del tutto la questione Meridionale: facendo Migrare l’oro, l’incenso e la mirra dove pulsa il cuore della Moneta per compiere il nuovo Miracolo a Milano, e lasciando il Meridione Marcire nella Mondezza con i veleni che gli illuminati industriali e capitalisti del Nord hanno scaricato nelle terre, nei mari e nell’anima del Sud grazie alla Mani invisibili della Mafia. Come sono stati bravi e responsabili tutti quelli che gridavano al ladro! al ladro! Ma la questione Morale che fine ha fatto? E tutti quegli Astri che si indignavano contro i Disastri, e fino al giorno prima, si stracciavano le vesti e scagliavano le pietre contro la Meretrice, adesso hanno deciso di lasciare le pietre per terra? Ah già! Dimenticavo, siamo in emergenza e “un naso è sempre un naso”. Di fronte al diluvio universale siamo tutti sulla stessa arca di Noè. Nel Mitico orizzonte di Esperia è apparso l’arcobaleno e la colomba con il ramoscello di ulivo nel segno della Magna Alleanza per il supremo bene del popolo sovrano: ci sono tanti bei Miliardi da offrire nelle Mani dei Mercati per far rinascere il Bel Paese dalle sue ceneri, dopo essere stato combusto dal fuoco del drago. Super Mario ha compiuto anche questo Miracolo sulla via di Matterella: aspettiamo che nel discorso della Montagna con le sue Beatitudini riesca a convertire anche i Magnati che intanto stanno Magnificando la sua arte Maieutica. Sei un Mito super Mario!  Con le Mani taumaturgiche hai ricostruito il tempio nel Palazzo: hai tessuto la Matassa di Arianna, sei entrato nella Magione del Minotauro, e dopo averlo ammaliato con la tua arte Mantica, lo hai trasformato in Minodrago. Queste sono le buone novelle non più di Machiavellica Memoria. Lo ha testimoniato il capocomico, maitre a penser dei cinque astri, che il novello Mangiafuoco di è stato Munifico di Monete auree con il burattino Pinocchio.      

Siamo proprio affetti da Mitopatia: ritorniamo sempre al Mito, alle Mitologie, alle Mitomanie, alle Mitopoiesi. C’è da ammettere che il  nuovo Messia ha compiuto un autentico Miracolo dei pani e dei pesci. Un vero capolavoro rinascimentale alla corte dei Medici, i banchieri di Dio. E la perduta gente del Meridione? Ci penserà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha avuto il Magnifico intuito che il Mitico super Mario potesse compiere il Miracolo anche a Montecitorio.

«Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione.»

“Non sei una monade isolata, ma una parte unica e insostituibile del cosmo. Non dimenticarlo, sei un elemento essenziale nel groviglio dell’umanità”. 

Epitteto, Manuale, (50 – 130 d.C.)