Mediaset pronta a licenziare per far fronte alla crisi

“Se non si pongono le basi per una ripresa dell’economia e del mercato pubblicitario sarà inevitabile farlo. E come Mediaset, molte altre aziende italiane saranno costrette a farlo”. Lo ha detto il presidente Mediaset Fedele Confalonieri in un’audizione alla Commissione bilancio della Camera dei Deputati.

“Tutte le manovra poste in essere negli ultimi mesi – attacca – portano ad effetti recessivi sull’economia e un inevitabile aumento della disoccupazione. A prescindere, quindi, dall’ovvio rafforzamento degli ammortizzatori sociali necessari per evitare effetti indesiderati in termini di clima sociale, un’attenzione particolare va riposta sui temi strutturali che riguardano l’occupazione. Anziché dedicare risorse mediatiche e politiche in una battaglia sull’articolo 18 bisognerebbe in concreto agire per ottenere obiettivi di breve termine quale l’aumento della produttività del lavoro e il miglioramento delle condizioni “ambientali” per facilitare l’insediamento in Italia di nuove attività portatrici di impiego”.

Il presidente Confalonieri ha chiarito che per aziende come Mediaset, “che investono producono e pagano tasse”, serve una normativa certa. “Nel quadro di oggi – ha aggiunto – è difficile pensare a sviluppo di nuove attività. Abbiamo bisogno di uno scenario definito, chiaro e stabile”.

Confalonieri ha poi ricordato che “la disponibilità del credito è indispensabile anche in considerazione del fatto che per aziende come Mediaset c’è la concorrenza di operatori di matrice estera che utilizzano risorse finanziarie attinte ad altri mercati. Competere in queste condizioni è diventato difficile”. Mediaset, per superare la crisi, suggerisce così al Governo “politiche concrete, di semplificazione dello scenario normativo”. È fondamentale, poi, contrastare la pirateria. “I dati – conclude Confalonieri – sono impressionanti. È fondamentale che l’Italia affronti con urgenza una normativa efficace al riguardo considerando anche la presenza di realtà globali alla Google, il cui fatturato pubblicitario in Italia supera un miliardo. Le regole devono valere per tutti.