Roma Capitale, terre pubbliche ai giovani agricoltori chiuso il bando per l’assegnazione

cervellettaSono scaduti i termini di presentazione delle domande per il bando di assegnazione delle terre pubbliche di Roma Capitale, inserito nel programma Roma Città da Coltivare, volto al recupero produttivo e ambientale dell’Agro-Romano.

Borghetto San Carlo, tenuta Cervelletta, tenuta Redicicoli e Tor de Cenci sono le prime 4 aree – tutte comprensive di un Casale e di un manufatto rurale da recuperare, per un totale di 100 ettari di terreno – scelte per l’affidamento a giovani agricoltori per un periodo di 15 anni.

Sono state 70 le proposte arrivate, un’ottima risposta di associazioni, cooperative e gruppi di giovani che intendono rilanciare l’agricoltura a Roma. La Commissione giudicatrice, formata da tecnici del Dipartimento Patrimonio e del Dipartimento Tutela Ambientale, comincerà subito il lavoro istruttorio per assegnare i punteggi utili alla composizione delle graduatorie, previste per settembre.

I criteri per ottenere punteggi più alti sono: età inferiore ai 40 anni, coltivazioni biologiche, attenzione alla biodiversità e al km 0, sviluppo di energie rinnovabili e risparmio energetico. Ma anche: attività rivolte all’inserimento sociale di soggetti svantaggiati, creazione di orti sociali o fattorie didattiche per minori.

Per il recupero dei casali, l’amministrazione capitolina ha inserito uno stanziamento nel Piano Investimenti di 200.000 euro per lotto, risorse rivolte alla manutenzione straordinaria degli edifici. Per i vincitori sono previste invece facilitazioni per l’assegnazione dei banchi nei Farmer’s Market di Roma Capitale.

Il vicesindaco e assessore capitolino al Patrimonio, Luigi Nieri, e l’assessore capitolino all’Ambiente, Agroalimentare e Rifiuti, Estella Marino, hanno dichiarato: ”A Roma stiamo dando concretamente nuovo impulso a un settore importante che può diventare strategico, anche in tema di recupero produttivo e paesaggistico dell’Agro Romano, promuovendo contestualmente l’occupazione giovanile e invertendo il processo di consumo di suolo e abbandono del terreno coltivabile”.