Alfano rischia di essere il nuovo Fini, fatale l’abbraccio con Casini

Doveva essere il Nuovo centrodestra. Rischia di essere una riedizione del Nuove Centro. Solita minestra con Pierferdinando Casini che è sempre redivivo. L’aria che tira non è salubre. Ncd insieme all’Udc è dato sotto il 4% alle Europee. Quanto basta per non piazzare uomini in Europa. Quanto basta per fare la stessa fine di Gianfranco Fini. E al Senato i malumori crescono con la parola “scissione” che torna di moda con un possibile ritorno alla casa madre di Forza Italia. Sotto accusa, ci sarebbe il metodo adottato da Angelino Alfano per la composizione delle liste in Europa e le nomine negli enti pubblici. Si parla di una lettera contro il leader di 15 o 16 senatori, tra cui Roberto Formigoni, Luigi Compagna e Paolo Naccarato, in cui ci sarebbero minacce di scissione qualora Alfano non li ascoltasse. “Ora c’è la campagna elettorale – ha dichiarato Compagna – e il Nuovo centrodestra sarà determinato e compatto come si conviene a ogni partito in queste occasioni. Tuttavia, non si può nascondere che c’è delusione per come sono maturate le liste all’ultimo momento, anche perché in congresso sembrava tutto sereno e tranquillo, forse anche troppo, visto che è stata un’assemblea più di autocelebrazione che di discussione politica”. La miccia sarebbe stata accesa dalla scelta di Gaetano Quagliariello come nuovo coordinatore nazionale. Secondo le indiscrezioni raccolte a palazzo Madama, il malcontento potrebbe far precipitare la situazione. Alfano è accusato di aver dato troppo spazio ai suoi ministri (Quagliariello, Lorenzin e Lupi) e non ascoltare la “pancia” del partito. Avrebbe fatto discutere anche il veto posto alla candidatura di Mario Mauro, che avrebbe voluto correre in testa della lista nel Nord-Ovest. Nei giorni scorsi Alfano ha dovuto fare i conti con i mal di pancia dei parlamentari che non hanno mai visto di buon occhio l’alleanza con i centristi, considerata una manovra da Prima repubblica per resuscitare aspirazioni da “grande centro”.