Papa Leone XIV, dal nome un ritorno a Perugia? Il nuovo Pontefice omaggia Leone XIII, e in Cattedrale si riscopre un legame profondo

Città del Vaticano / Perugia – La Chiesa cattolica ha un nuovo Pontefice, Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome di Leone XIV, primo Papa statunitense della storia e membro dell’Ordine di Sant’Agostino. La sua elezione apre una fase nuova per il cattolicesimo mondiale, ma anche un suggestivo filo rosso con la città di Perugia.
Papa Prevost ha spiegato di aver scelto il nome “Leone” in omaggio a Papa Leone XIII (Gioacchino Pecci), figura centrale della dottrina sociale della Chiesa, autore dell’enciclica Rerum Novarum (1891). “Leone XIII quando era giovane veniva spesso in una parrocchia guidata da padri agostiniani a Roma. Noi cardinali, scherzando, abbiamo trovato un’altra spiegazione”, ha affermato il cardinal Nemet in relazione al nome scelto dal nuovo Pontefice. “Finora c’era Francesco che parlava coi lupi. Adesso abbiamo un Leone, che caccerà i lupi”.
Ad attirare l’attenzione della nostra redazione è stato un post pubblicato da Fabrizio Franco su un popolare gruppo Facebook dedicato alla città di Perugia. Nel suo intervento, evidenziava la presenza nella Cattedrale di San Lorenzo di un monumento dedicato proprio a Leone XIII, sottolineando il singolare legame simbolico tra Perugia e il nuovo Papa.
Il Monumento a Papa Leone XIII, realizzato dallo scultore Giuseppe Luchetti nel 1892, si trova nel braccio destro del transetto, all’interno della cappella di Santo Stefano. Fu donato da De Lobat, dalla lapide risulta la dizione di ‘comes’, ossia un americano che si dichiara ‘amico’ di Leone XIII. Un monumento simile dello stesso autore e donatore si trova nella Chiesa collegiata di Carpineto Romano, terra di origine del Papa. Il primo delegato apostolico negli Stati Uniti, non un nunzio (ambasciatore), in mancanza di un rapporto internazionale tra stati, fu nominato da Leone XIII nella persona del cardinale Francesco Satolli, originario di Marsciano della diocesi di Perugia.
A Mons. Fausto Sciurpa, arciprete della Cattedrale e presidente del Capitolo, abbiamo chiesto di raccontare ai nostri lettori questa storia, che potrebbe essere occasione per un invito ufficiale a Papa Leone XIV a visitare Perugia:
Il futuro papa Leone XIII, Gioacchino Pecci, con l’Umbria e soprattutto con Perugia, ha avuto un lungo rapporto. Dapprima come delegato apostolico, un mandato amministrativo, una specie di prefetto dello Stato Pontificio a Spoleto (giugno-luglio 1841) e Perugia (luglio 1841-dicembre 1842). Viene poi inviato quale Nunzio Apostolico in Belgio, dicembre 1842-1845. A gennaio del 1846 è nominato Arcivescovo di Perugia e fatto membro del collegio cardinalizio da Papa Pio IX, nel 1853. A Perugia esercitò il ministero di Pastore della diocesi fino al 1878. Un lungo periodo che ha inciso profondamente nel tessuto religioso, e non solo, della diocesi. Preoccupazione principale del Pastore della Chiesa locale, fu quella della crescita spirituale del popolo, elevandone il livello di fede e pratica religiosa. Per questo si prese cura dei sacerdoti e della loro formazione spirituale, teologica, pastorale, intervenendo direttamente nei percorsi educativi.
In realtà, nel clero perugino emersero eminenti personalità di cui, una volta Papa, si avvalse per importanti incarichi, come il citato cardinale Satolli. Ma l’impronta spirituale e culturale del vescovo Pecci, ha segnato nel tempo il livello del clero diocesano. Per la pratica religiosa sono entrate anche nel lessico architettonico le cosiddette ‘Chiese Leonine’, fatte costruire o restaurare, più di cinquanta, nel lungo periodo del suo servizio vescovile. Storici locali, auspicano, come il professore Mario Tosti dell’università di Perugia, un rinnovato impegno per approfondire le radici perugine del ministero di Papa Leone XIII. Nella svolta epocale 800/900. ha offerto un magistero che continua a produrre i propri frutti soprattutto nella riflessione intorno ai temi sociali che coinvolgono, da diversi punti di vista, uomini e donne in carne ed ossa della nostra storia. Papa Prevost con la scelta di collegarsi a Papa Pecci, riattualizzandone il nome, come Papa Leone XIV, ha offerto un segnale.