Ospedale di Città di Castello, encomio per il reparto di Ostetricia e Ginecologia: “Un esempio di eccellenza e umanità”

In un tempo in cui le cronache sanitarie nazionali sono spesso dominate da notizie di carenze, disservizi e tagli alle risorse, emergono con forza storie di buona sanità, capaci di restituire fiducia nei confronti del sistema pubblico. Una di queste storie arriva dall’Umbria, e riguarda il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Città di Castello e il Consultorio della Media Valle del Tevere di Marsciano. Entrambe le strutture, appartenenti all’Azienda USL Umbria 1, hanno ricevuto un sentito encomio da parte di una paziente, che ha voluto rendere pubblico il proprio ringraziamento attraverso una lettera inviata alla direzione sanitaria.

Il documento, carico di gratitudine e commozione, è stato indirizzato alla direzione del Presidio ospedaliero Alto Tevere, guidata dal dottor Silvio Pasqui. La protagonista è una donna residente nel comune di Marsciano, la quale, nonostante la distanza geografica, ha scelto di far nascere la propria bambina proprio all’ospedale tifernate. Una decisione non casuale, ma maturata sulla base della fiducia e della reputazione costruita nel tempo da questo reparto, che ha saputo distinguersi per professionalità e calore umano.

La lettera racconta l’esperienza di una gravidanza vissuta con preoccupazione, a causa di una condizione fisica delicata: una malformazione congenita che ha comportato l’agenesia dell’arto inferiore sinistro e una dismorfia del bacino. Comprensibili, dunque, le paure e i dubbi della futura mamma, che ha però trovato nell’équipe guidata dal dottor Dario Rossetti una risposta rassicurante e competente. Proprio il primario del reparto viene elogiato in modo particolare per la sua empatia, la disponibilità e la capacità di offrire un ascolto attento, che è andato ben oltre la semplice assistenza clinica.

“Con grande capacità, non solo chirurgica – scrive la donna – è riuscito a fugare tutti i miei dubbi e a tranquillizzare le mie paure e insicurezze”. Ma il ringraziamento non si ferma al primario: viene esteso a tutte le ostetriche e agli operatori sanitari del reparto, che si sono distinti per la loro professionalità, per la capacità di instaurare un legame umano profondo e per il supporto offerto in uno dei momenti più delicati della vita di una donna.

Le parole della paziente tracciano un ritratto autentico e toccante di cosa significhi, per una struttura ospedaliera, essere davvero al servizio delle persone. Non si tratta solo di saper gestire con competenza gli aspetti medici, ma anche – e forse soprattutto – di accompagnare i pazienti in un percorso di cura che tenga conto delle loro fragilità emotive, dei loro timori e del bisogno di sentirsi accolti e non giudicati.

Ma l’encomio si estende anche al territorio di origine della paziente. La donna ha voluto infatti ringraziare pubblicamente il personale del Consultorio della Media Valle del Tevere di Marsciano, diretto dal dottor Luigi Sicilia, per il supporto ricevuto sin dai primi mesi della gravidanza. “Il corso di accompagnamento alla nascita – sottolinea nella lettera – continua tutt’oggi addirittura a domicilio, per il sostegno all’allattamento al seno, grazie alle ostetriche, le dottoresse Clarissa Cannata e Martina Piovanello”. Un servizio che dimostra come l’assistenza territoriale possa essere realmente vicina alle donne, non solo nella fase gestazionale, ma anche nei mesi successivi al parto, quando il sostegno diventa fondamentale per la serenità della madre e del neonato.

La risposta delle istituzioni sanitarie non si è fatta attendere. Il direttore generale dell’Usl Umbria 1, Emanuele Ciotti, ha voluto ringraziare personalmente la signora per le parole espresse e ha colto l’occasione per elogiare pubblicamente tutto il personale coinvolto, sottolineando “l’impegno e l’umanità profusi in ogni occasione e che, in alcuni casi, vanno anche oltre i propri compiti professionali”. Un riconoscimento che rafforza il valore di queste strutture all’interno del sistema sanitario regionale, ponendole come esempio virtuoso di come si possa fare buona sanità anche in un contesto nazionale segnato da criticità.

Parole, quelle di Ciotti, che rivelano una visione chiara: la sanità pubblica può e deve essere valorizzata, anche partendo dai piccoli gesti quotidiani e dalla dedizione degli operatori. In una fase storica segnata dal disinvestimento e dalla fatica degli operatori sanitari, episodi come questo restituiscono dignità a una professione spesso sottovalutata e pongono l’attenzione sulla centralità della persona assistita.

Il racconto della paziente, d’altronde, mette in luce proprio questo aspetto: un’attenzione personalizzata, una presa in carico globale, un approccio umano e professionale che ha fatto la differenza. Non solo sul piano sanitario, ma anche sul piano psicologico ed emotivo.

La storia di questa madre e della nascita della sua bambina all’Ospedale di Città di Castello è quindi più di una semplice testimonianza: è il racconto di un’esperienza positiva che può fungere da modello per altre realtà. In un’Italia in cui la sanità è troppo spesso al centro di polemiche e cronache negative, raccontare storie di efficienza, empatia e qualità è non solo doveroso, ma anche necessario.

L’auspicio, come evidenziato anche nella lettera, è che queste eccellenze non restino episodi isolati, ma possano essere sostenute, potenziate e replicate. Perché una sanità pubblica di qualità non è un’utopia, ma un diritto. E l’Umbria, grazie all’impegno di professionisti come quelli dell’Ospedale di Città di Castello e del Consultorio di Marsciano, dimostra che è ancora possibile offrirla, ogni giorno, con passione e competenza.