Vuoi salvarti? …… Leggi

Vincenzo Calafiore

 

Vuoi salvarti? ….. Leggi !

 

Vincenzo Calafiore

 

“ …nel nostro Paese la forma più comune

di imprudenza è quella di ridere, ritenendole assurde,

delle cose che poi avverranno …. “

 

Tutto è standardizzato, le storie in televisione o su internet non hanno moralità; la televisione ha prodotto a cascata stupidari pari alla loro euforica insignificanza, la letteratura sembra essersi spenta lasciando spazio all’invadenza della dissacrante satira televisiva e a una politica che ha rappresentato un ventennio la sua ossessione sterile sul piano dell’autentica invenzione letteraria. A guardare bene viene fuori una impietosa radiografia tragicomica, surreale degli orrori contemporanei, della stupidità, della violenza e della corruzione diffuse nella società, nella politica, in quel po’ di cultura rimasta, nei rapporti personali.

Il mondo è già finito da un bel pezzo, e non resta che raccontare il suo lento estinguersi nella quotidiana farsa, a cominciare dalla politica alla famiglia.

Solo la letteratura ci salverà dalla dittatura del futile, del niente, della farsa; la letteratura racconta storie è vita, è profumi di carta di inchiostri tenendo un libro nelle mani, la letteratura coinvolge. La televisione disinforma, il telefonino allontana, isola, distrugge il linguaggio, annulla la vicinanza, la valenza di una mano offerta, tesa nel vuoto e vuota rimane.

Il cancro peggiore di questa generazione è la televisione con le sue storie inconcluse e le false narrazioni proposte dai media, il cui consumo ha drammaticamente inciso sul tempo che in passato il pubblico dedicava alla lettura, offrono lezioni di amoralità e distacco antitetica a quella incarnata nella letteratura.

Nella narrazione di storie praticata dallo scrittore c’è sempre una componente etica; questa componente etica non sta nella contrapposizione di una verità alla falsità della cronaca. Sta nel modello di completezza, di intensità, di illuminazione fornito dalla storia , e dalla sua risoluzione che è l’opposto del modello di ottusità, di incomprensione, di passivo sgomento, e conseguente ottundimento dei sentimenti, offerto dalla sovrabbondanza di storie inconcluse disseminate dai media.

Tutte le storie reali sono storie del destino di qualcuno, i personaggi romanzeschi hanno destini estremamente leggibili.

Il destino stesso della letteratura è qualcos’altro, intesa come storia.

Ma forse il primo passo verso la saggezza è quella di tenere un libro in mano anziché un telefono, avere cura di quel libro e non gettarlo mai via, un amico non si getta mai via!

Ma saggezza è anche l’umiltà di stare nel rassegnarsi ad accettare l’idea, la devastante idea. Della simultaneità di ogni cosa e della incapacità della nostra comprensione morale che è anche quella dello scrittore.

Gli scrittori, dunque assolvono un necessario compito etico sulla base di un equilibrio, e un diritto a un pattuito restringimento del mondo reale sia in termini di spazio che di tempo.

La scrittura di narrativa è un’attività necessariamente solitaria, ha una destinazione che è necessariamente pubblica, comunitaria.

L’ideologia oggi dominante in quella che passa per cultura nella società moderna, si propone di rendere obsoleto il compito profetico, critico, e finanche sovversivo, dello scrittore, quello, cioè, di approfondire, e a volte, se necessario, di combattere il comune modo di comprendere il nostro destino.

Ecco perché se vuoi salvarti, devi leggere, lasciare in parte il telefonino o cellulare o smartphone che sia, leggi un buon libro…. Salvati!

Lunga vita al compito dello scrittore!