Sul tavolo del governo arriva la legge delega sulla riforma del Fisco

Giorgia Meloni - ph tratta da facebook

Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, accorcia i tempi per portare sul tavolo del governo la legge delega sulla riforma del Fisco. “Penso di sì, siamo alle battute finali” ha replicato l’esponente del Governo Meloni a chi chiedeva se la settimana prossima sarebbe stata quella buona per la sua approvazione. “Riusciremo entro metà marzo a portarla in Consiglio dei ministri, poi ci saranno i tempi parlamentari”, ha promesso a margine di un convegno dell’Ordine dei commercialisti di Milano.

“Una prima parte riguarderà i principi”, con un armonizzazione di quelli dell’Unione europea, di quelli internazionali e dello Statuto dei contribuenti. In questa parte, in particolare, sarà prevista una “razionalizzazione degli interpelli”, l’istanza che il contribuente rivolge all’amministrazione finanziaria affinché quest’ultima dia una valutazione preventiva ad un’operazione economica ancora in fieri, diceva già alla fine di gennaio.

La seconda parte della riforma riguarderà invece i tributi. Sull’Irpef “abbiamo a disposizione un lasso temporale abbastanza ampio, la legislatura: quindi un primo intervento si può articolare passando dalle 4 aliquote a 3 per poi progressivamente ridurre ulteriormente. Sui numeri stiamo ragionando e questo sarà coerente con le risorse a disposizione” ha dichiarato il vice Ministro. L’idea che guarda al ceto medio sarebbe dunque accorpare la seconda e la terza aliquota dell’Irpef, oggi rispettivamente al 25% al 35%, fissando la percentuale del prelievo al 27 o al 28%.

La parte cruciale del provvedimento sarà quello dei procedimenti: il primo è il procedimento dichiarativo, per il quale si prevede una semplificazione del calendario degli adempimenti e del meccanismo dei versamenti. Il secondo riguarda l’accertamento, che cambierà con la riforma. In particolare il vice ministro Leo prevede per le imprese di minori dimensioni un “concordato preventivo biennale”. Il terzo procedimento sul quale la riforma interverrà sarà quello della riscossione. L’ultimo procedimento sarà il “contenzioso tributario”. L’ultima parte della riforma riguarderà i Testi Unici per arrivare poi alla stesura del Codice Tributario.

Per quel che riguarda le imprese, recentemente Leo aveva delineato il percorso previsto sull’Ires. L’obiettivo è ridurre l’aliquota sotto il 24% attuale e incentivare il reinvestimento della parte di utile senza tassazione in beni strumentali. “La possiamo portare a un importo inferiore e la parte di utile che non viene assoggettata al 24% ma tassata a un’aliquota più bassa, se viene reinvestita entro un certo lasso di tempo in beni strumentali più innovativi, si merita la stabilizzazione della tassazione a un importo più basso”, ha spiegato. E “lo stesso accade per l’occupazione” ha aggiunto, “pensiamo di detassare l’impresa affinché poi crei nuovi posti di lavoro e possa riassorbire ad esempio le persone che oggi prendono il Reddito di cittadinanza o coloro che hanno superato una certa età o le donne. Se diamo uno stimolo alle imprese ad occupare questi soggetti, penso che possiamo fare in modo che la minore tassazione Ires si rifletta nella creazione di posti di lavoro. E otteniamo un ulteriore risultato perché a fronte della riduzione del carico fiscale per le imprese avremmo una tassazione Irpef per le persone che vengono assunte”.