27 gennaio 2023

Vincenzo Calafiore

La riflessione

La cosa più offensiva o meglio l’aspetto più brutto e denigrante della bestia umana è : l’ipocrisia.

E’ come l’olio sull’insalata ( un condimento necessario…per l’insalata), è il nostro aspetto peggiore, contro cui ogni giorno combattere, con l’intento di nasconderla, o per lo meno vincerla, è come cercare di svuotare il mare con un bicchiere.

 

«L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria». Primo Levi

AUSCHWITZ.

Pare che questa storia sporca e lurida, disumana in tutti i suoi aspetti,  appartenga soltanto a quei milioni di uomini e donne, bambini, di tutte le etnie passati per il camino e a quei pochi sopravvissuti ormai quasi scomparsi che riescono a parlarne alle nuove generazioni con l’intento che non si ripeta.

Mi chiedo, cosa succederà dopo?

Chi ricorderà a noi animali-umani questa data e il suo immenso significato?

Non succederà nulla, tanto sarà tutto come prima, in questo giorno, ci saranno film che ricorderanno la Shoà, ci saranno i soliti discorsi, un ipocrita bla bla bla, i soliti dotti che con voce ferma, e con un’appropriata qualità di linguaggio per l’occasione, racconteranno il fatto storico, come se loro stessi avessero vissuto quell’esperienza disumana, ci faranno commuovere, magari anche piangere e le fatidiche vane promesse del – mai più – regolarmente smentite nel quotidiano divenire dei giorni, dalle guerre silenziose, dei piccoli olocausti di cui nessuno ne parla, il genocidio che si consuma nel Mediterraneo grazie ai trafficanti di uomini.

Insomma che cosa è cambiato dal 27 Gennaio dell’anno scorso a oggi?

Che senso dare a questa giornata da 23 anni regolarmente smentita?

27 Gennaio del 1945 i Russi entrarono ad Auschwitz, nel Lager-simbolo della memoria storica e in particolare, nell’immaginario collettivo, del delirio di onnipotenza di Adolf Hitler. Così sta accadendo in Iran …. con l’onnipotenza delle dittature, e così sta accadendo in altre parti del mondo, di cui la signoria onnipotente dei media non se ne occupa o non vuole occuparsene.

Il Fuhrer assisté drammaticamente alla fine del suo Reich millenario, dal bunker sotto Berlino, destinata a divenire un rogo.

 

 

AUSCHWITZ !

Il Lager-simbolo del sistema concentrazionario nazista ed espressione profonda della crisi della civiltà e della ragione, ancor di più  lo è in questo odierno.

Il Lager-simbolo della Shoah, evento qualificabile come “ bestiale “ no umano, anzi troppo bestiale, che sottratto alle leggi della Storia, si trasforma in evento metafisico inspiegabile.

Ma quante Auschwitz non scritte, nascoste dalla nostra ipocrisia nella storia?

Vorrei avere un motivo, un solo motivo, per considerare questa giornata

“ vera “, dedicata alla memoria, questa giornata che avrebbe dovuto ricordare all’animale umano di fare in modo che cessino le guerre sparse per il pianeta. E invece tutto ha continuato a scorrere come prima, come se il giuramento dopo Auschwitz  non fosse stato mai pronunciato …. La guerra della Russia contro l’Ucraina, la repressione iraniana, le dittature sommesse, il genocidio del Mediterraneo, l’Afganistan.

Vorrei trovare un significato no ora, adesso, ma domani, quando non ci sarà più nessuno a raccontare l’esperienza devastante dei prigionieri all’interno dei Lager. Che richiama alle relazioni complesse fra storia e memoria, attraverso le testimonianza dei pochi sopravvissuti.

 

Quelli che uscivano in quei giorni da Auschwitz, scrisse Primo Levi ne,

“ La tregua “ non salutavano, non sorridevano, apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, era la stessa vergogna che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono e che la sua volontà sia stata nulla.

“ Rimemorazione “ che non può, non deve, non dovrebbe diventare routine, ma dovrebbe servire per riannodare i fili della storia della tragicità della SHOA’.

 

La verità è che da Auschwitz non è mai tornato nessuno.

Shaloom Israel!

 

Chi leggerà e spiegherà alle nuove generazioni questa pagina di storia della stoltezza sanguinaria della bestia umana?

Chi racconterà alle nuove generazioni sempre più smartphone, sempre più a testa in giù a guardare il mondo da un display di  un tablet, e sempre più cellula dipendente?

Chi dirà loro del 27 Gennaio?

Raccontare lo smarrimento e l’angoscia, che non sarebbero così intensi se tutto non fosse in gioco, ossia il senso stesso della vita e l’essenza di Dio.

Hans Jonas infatti nel concetto di Dio dopo Auschwitz, aveva affermato:

… il suo vorrebbe essere più che un paradosso che certamente Dio dovrebbe essere incomprensibile se con la bontà assoluta gli venisse attribuita anche l’onnipotenza. Dio non è intervenuto, non perché non volle, ma perché non era nelle condizioni di farlo.

Auschwitz è più di un interrogarsi, non si ripeterà più o e destinata a ripetersi come una modalità inscritta nel DNA del genere umano.

Nell’insonnia della ragione adesso come ieri si rinnova la rimemorazione della apertura dei cancelli di Auschwitz, dove si compì in larga misura lo sterminio.

Ma tutto questo interrogarsi  scandaloso per certi versi, questo sofferto balbettio ci riporta all’assurdo di quella storia. Non è dalla filosofia che potrà giungerci la salvezza, questo può in qualche modo ripetersi.

Non ci sono demoni scriveva Primo Levi, gli assassini di milioni di gente indifesa, sono come noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano; pensare sempre che qualsiasi dittatura contiene in sé  Auschswitz.

Dopo Auschswitz si possono scrivere poesie solo su Auschswitz !