Migliorare la flessibilità metabolica per migliorare l’efficienza metabolica

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“La mia amica mangia tantissimo, ma non ingrassa, io invece ingrasso anche con l’aria. Se mangiassi come lei sarei 130 kg! Dottore credetemi, io non mangio molto!” Due persone con lo stesso peso e altezza, possono rispondere diversamente alle stesse quantità di cibo. Una può rimanere stabile con il peso, mentre l’altra è suscettibile al facile aumento di peso. Ne abbiamo parlato con il dottore Roberto Uliano.

L’organismo in condizioni di digiuno utilizza prevalentemente come fonte di energia i grassi, ad esempio la notte, dove si ha il massimo della trasformazione dei grassi in energia. Durante i pasti questo processo di lipolisi viene inibito e l’organismo sfrutta soprattutto i carboidrati come fonte energetica, ed è più predisposto a depositare grasso.

In un organismo ben funzionante, il metabolismo è capace di cambiare marcia, in base alla composizione del pasto. Se viene assunto un pasto prevalentemente a base di carboidrati sarà capace di bruciare in modo efficiente i carboidrati, mentre se è un pasto prevalentemente a base di grassi, brucerà più efficientemente i grassi come fonte energetica. Questa caratteristica nel nostro organismo è possibile misurarla con la calorimetria indiretta che misura sia le calorie spese a riposo, cioè il metabolismo basale sial’efficienza metabolica o flessibilità metabolica.

Il metabolismo flessibile passa facilmente dal bruciare grassi a bruciare carboidrati e viceversa in base alla dieta, mentre un metabolismo poco flessibile non ha la capacità di rispondere in modo elastico ai cambiamenti di dieta. Questa condizione si chiama inflessibilità metabolica. Chi tende ad ingrassare non brucerà completamente i grassi, avrà un metabolismo parsimonioso cioè che risparmia facilmente. Chi invece ha una buona flessibilità metabolica, ha un metabolismo spendaccione, perché capace di spendere energia senza particolari difficoltà.

Un’altra aggravante per le persone con metabolismo parsimonioso è il facile adattamento in risposta ad una dieta ipocalorica: il metabolismo si abbassa in misura maggiore rispetto a chi ha un metabolismo rapido, in questo modo è capace di bruciare meno calorie e dunque di dimagrire più lentamente. Inoltre, nel momento in cui riprende l’alimentazione precedente, non riesce a riadattare il metabolismo alle nuove esigenze caloriche, tendendo a bruciare sempre meno rispetto al normale.

Da cosa dipende questa mancanza di flessibilità nel metabolismo parsimonioso? Numerosi studi individuano il problema nel funzionamento dei mitocondri. I mitocondri sono dei piccoli organelli presenti all’interno di ogni cellula. La loro funzione è molto importante perché trasformano tutti i nutrienti in energia che serve all’organismo per espletare le sue funzioni necessarie.

La flessibilità metabolica è data soprattutto dai mitocondri. Se questi non funzionano bene allora succede che si diventa inflessibili cioè incapaci di utilizzare al meglio il cibo che mangiamo.

L’inflessibilità metabolica non è completamente chiara, ma sicuramente intervengono due fattori importanti. Il primo fattore è la genetica. Ogni persona è diversa, ha un codice genetico che ne determina il colore degli occhi, dei capelli, la conformazione del corpo e anche il tipo di metabolismo, parsimonioso o spendaccione. Il secondo fattore è la sedentarietà. La sedentarietà porta i mitocondri ad essere meno efficienti nel bruciare i nutrienti, sia perché il muscolo ha meno mitocondri, sia perché la loro capacità di autorigenerazione e replicazione è minore. Questo è comprensibile in quanto il muscolo non ha bisogno di quantità notevoli di energia in assenza di movimento.

In tutte le condizioni di inflessibilità metabolica è necessario essere più attivi e fare sport. Due variabili sono da considerare.

La prima è il movimento quotidiano: fare le pulizie di casa, spazzare, salire le scale, camminare facilitano la spesa energetica e rappresentano quel tipo di metabolismo che si chiama termogenesi facoltativa. La termogenesi facoltativa è quella parte del nostro metabolismo che abbiamo perso col passare delle generazioni, in quanto aspirapolvere, ascensori, automobili, aiuti in casa hanno sostituito il nostro lavoro quotidiano. Ormai non spendiamo più energia!

L’altra variabile è lo sport. Lo sport non solo ci fa spendere energia, ma grazie alla sua capacità di influenzare la massa magra è capace di ringiovanire il metabolismo. Lo sport aumenta la massa muscolare e dunque aumenta la capacità mitocondriale di produrre energia, il numero di mitocondri, ma soprattutto li rende attivi e capaci di rinnovarsi e replicarsi, al contrario di quello che succede in una persona sedentaria.

Esistono altre strategie dietetiche che influiscono sulla ristrutturazione mitocondriale e sulla flessibilità metabolica come il digiuno intermittente, la dieta Mima Digiuno e le diete chetogeniche.