Ecco il modello lombardo per la strutturazione operativa dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali

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Il paziente al centro di un processo decisionale informato e condiviso con i professionisti sanitari che lo hanno in cura. È quanto prevede il ‘Modello lombardo per la strutturazione operativa dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali’ (PDTA), approvato dalla Giunta regionale su proposta della vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti. Il Modello, centrato sui principi promossi dalle migliori evidenze scientifiche e sul quadro normativo di riferimento, declina compilazione, implementazione, monitoraggio e revisione dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali.

I PDTA sono interventi complessi che operano in sistemi complessi come il SSR. Tendono al conseguimento di risultati multipli e prevedono l’implementazione di processi di cura diversificati tra loro, ma interagenti ed interdipendenti. “Abbiamo predisposto il Modello regionale – ha commentato la vicepresidente Moratti – con l’obiettivo di ottenere l’eccellenza nei PDTA non attraverso le prestazioni dei singoli, ma utilizzando le competenze, l’integrazione ed il coordinamento di un team di professionisti sanitari che possano apprendere come gruppo dalle prestazioni passate e dalle migliori pratiche cliniche correnti”.

“La sola implementazione dei PDTA – ha aggiunto – non risulta, di per sé, sufficiente a garantire sicurezza, efficacia, efficienza ed appropriatezza nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. È necessario, infatti, che i percorsi di cura vengano costruiti ed implementati utilizzando specifici elevati standard qualitativi“. “L’adozione di questo Modello regionale – ha concluso Moratti – consentirà di revisionare i PDTA già esistenti, oltre a quelli di nuova produzione. Particolare riferimento, inoltre, ai percorsi di cura strategici e/o finalizzati a presidiare l’interfaccia ospedale-territorio/distretto”.