Le caratteristiche del whisky

whisky - ph pixabay

La storia del whisky è piena di elementi tradizionali, culturali, esoterici, alchemici e anche politici. Le prime ricette di questo distillato sono state scoperte dagli alchimisti che erano in cerca della quinta essenza, fino a scoprire poi la magia dell’acqua infuocata, passando per la guerra legale legata al nome tra Irlanda e Scozia, arrivando fino al periodo del Proibizionismo americano.

Insomma non si può certo dire che il whisky abbia avuto una vita tranquilla. Questo distillato conta davvero pochissimi ingredienti, ma è anche molto versatile offrendo una vasta gamma di sfumature, qualità, sentori e tipologie differenti di distillato in base alle note al suo interno.

Ad oggi il whisky è un distillato molto amato da tutti, ottimo anche per la miscelazione e per la realizzazione di moltissimi drink, ma non solo, è molto facile reperirlo nei negozi al dettaglio ma se cerchi qualcosa di più sofisticato puoi provare il whisky online su saporideisassi.

Gli ingredienti del whisky

Gli ingredienti per produrre il whisky sono molto semplici e si contano davvero sulle dita di una mano, anche se stiamo per entrare in un mondo fatto di sfumature. Per distillare un whisky bastano solo tre ingredienti: acqua, lievito e cereali e ovviamente anche l’attrezzatura giusta.

Ma per dare determinate proprietà e sfumature che caratterizzano il sapore o l’aroma del whisky, è necessario conoscere il ruolo fondamentale che ha ogni singolo ingrediente.

L’acqua è l’ingrediente principale e va a determinare le caratteristiche organolettiche del distillato, anche perché il distillato stesso è composto dal 40 al 60% proprio di acqua. Inoltre devi sapere che ogni distillato prende le caratteristiche organolettiche del territorio che fornisce quest’acqua.

Se prendiamo per esempio l’acqua scozzese, scopriremo che è molto dolce e questo contribuisce a distillare un ottimo single malt. Al contrario negli Stati Uniti, nel Kentucky, l’acqua ha un’alta concentrazione di calcio, questa è una caratteristica necessaria per la produzione del bourbon.

I cereali nel distillato

I cereali nel whisky sono fondamentali per andare a dare le note che permettono di distinguere i vari distillati. I cereali che possono essere utilizzati sono: mais, orzo, frumento o segale; ognuno di questi cereali conferirà al whisky un determinato sapore.

L’orzo è l’unico cereale che viene utilizzato singolarmente, mentre tutte le altre versioni prevedono la miscela dei cereali in diverse proporzioni. L’orzo maltato, infatti, viene utilizzato per gli Scotch di malto, ma anche in altri tipi di whisky.

Questo è sicuramente il cereale più utilizzato per la produzione di whisky, grazie all’elevata percentuale di amido che contiene necessario per la resa alcolica. Grazie all’orzo si possono ottenere sentori di malto, note di cereali ma anche di crema, nocciola e biscotto dolce.

Il mais ha un’elevata resa alcolica e una grande resistenza, questo lo rende adatto soprattutto ai distillati del nord america. Il Bourbon whisky non a caso contiene il 51% di mais nella sua miscela di cereali e dona note speziate e dolci. La segale invece viene utilizzata per distillare il rye whisky e da sentori di frutta secca, mentre il frumento è ottimo per i grain whisky scozzesi e per i blended whisky dando sentori dolci, cremosi con tipiche note di miele.