Pandemia. Zona Bianca Vibo Valentia presenta denuncia penale contro Governo e Regione

Dopo le proteste delle scorse settimane gli esercenti calabresi tornano a fare sentire la propria voce passando alle vie legali. “Tante morti si sarebbero potute evitare, i lockdonw adottati impropriamente, le chiusure delle attività commerciali sono abusi e soprusi”. Così si legge in una nota del comitato Gruppo Zona Bianca – Partite IVA di Vibo Valentia. A renderlo noto i portavoce Sidney Arena e Lino Matera.

Il Gruppo di imprenditori ha depositato presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia un’importante e articolata denuncia penale contro il Governo e la Regione Calabria. È la prima in Italia. Oltre 13 pagine di denuncia con le quali si illustrano tutte le criticità della gestione della pandemia e si mettono in evidenza provvedimenti, numeri, rapporti scientifici ed economici che non hanno convinto per niente i commercianti di Vibo, che adesso dopo aver messo nelle mani del Procuratore “interessanti” elementi di riflessione, chiedono che si apra un fascicolo e si metta sotto inchiesta tutti i responsabili dei vari servizi a tutti i livelli, e valuti ogni abuso e omissione eventualmente commessa.

“Oltre 150 le firme, che costituiscono, non solo un un atto di coraggio, ma un messaggio univoco, deciso e chiaro alle istituzioni: è arrivato il momento di cambiare” sottolineano gli esercenti, la cui protesta le scorse settimane si è fatta sentire anche a Roma. Delle loro istanze si sono occupate anche le televisioni nazionali. Ora però attendono risposte e non avendole ricevute, sono passati alle vie legali.

Nei prossimi giorni il gruppo Zona Bianca – Partite IVA procederà con la presentazione della mega azione giudiziaria collettiva per il risarcimento dei danni cagionati al commercio. Inoltre Zona Bianca, cambia veste, e nei prossimi giorni si costituirà in Associazione di Categoria, articolata su base Regionale, e come tale punta a sedere ai tavoli Istituzionali e rappresentare i settori commerciali non adeguatamente rappresentati.

Il gruppo è anche in “ansia” mentre è in attesa della decisione del Tribunale di Lamezia Terme, al quale, con un ricorso è stato chiesto nei giorni scorsi di pronunciarsi sulla questione di legittimità costituzionale dell’art. 37 del DPCM del 02.03.2021 (sospensione attività di ristorazione), ed al quale è stato chiesto di trasmettere gli atti alla Consulta per la pronuncia di legittimità sulla norma impugnata. Il gruppo è ottimista, ma la strada potrebbe ancora essere lunga e faticosa.