Intervista a Simone Fornasari: “Combatto le mie fragilità attraverso la musica”

Dal 9 aprile è disponibile “Che poi” (edito da Senza Dubbi e distribuito da Believe), il nuovo EP del cantautore SIMONE FORNASARI. Un progetto che nasce dall’esigenza di chiudere un percorso iniziato con l’uscita dell’album dal titolo “…”. Un EP che completa un viaggio, accomunato dallo stesso fil rouge valoriale, figlio del medesimo universo creativo. Un lavoro, frutto di un tempo di silenzio e ricerca, pensato, voluto e concepito a quattro mani insieme al produttore artistico e amico di sempre Giancarlo Boselli.

Simone, ci spieghi un po’ chi sei e com’è nata la tua passione per la musica?
Sono un ragazzo come tanti che ha scelto di combattere le proprie fragilità attraverso la musica. Fin da bambino la musica sapeva trasportarmi in una dimensione eterea, di pace. Ho iniziato a suonare la chitarra a 12 anni, da autodidatta, ed è scattato da subito “il colpo di fulmine”. A 18 anni sono arrivati i primi live nei locali della mia città, prima come solista e poi con una band, per poi arrivare al 2008 dove ho pubblicato il mio primo disco (un disco stampato per pochi e mai distribuito…) che mi ha permesso di vivere un sogno: da lì tutto è partito.

Molti artisti dichiarano di venire influenzati dalla musica che ascoltano. Succede anche a te? Se sì, quale cantante o band ha un forte ascendente sul tuo stile?
Ascolto talmente tanta musica ed amo talmente tanti artisti che citarne qualcuno rischierebbe di farmi fare un torto a qualcun altro. Credo che siano molti gli artisti che hanno contribuito ad influenzare il mio percorso e spero, di volta in volta, di mettere sempre più carattere e personalità alle mie canzoni.

Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?
Tutto. Servirà anche il culo ma se non ti sbatti è difficile che qualche risultato possa arrivare. Ci vuole una costanza pazzesca: in questi anni ho conosciuto tantissimi artisti tra cui alcuni davvero incredibili. In pochissimi sono arrivati a fare qualcosa di grande ma tra questi ci sono sicuramente quelli che hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo e dedicato il 200%del loro impegno e tempo alla musica.

Autoproduzione oggi. Qual è la tua visione?
Anche in questo caso il talento non compensa l’impegno se quest’ultimo viene a mancare. Oggi è sicuramente cambiato il modo di produrre sia a livello big che a livello nuove proposte. Moltissimi producer fanno cose fighissime in piccole stanze ben attrezzate così come sono usciti dischi pazzeschi da queste produzioni…però, dietro a tutto questo, c’è un lavoro e una conoscenza dalla quale non si può prescindere.

Quali sono i tuoi hobby e interessi al di là della musica?

Sono un grande fan del cicloturismo: prima della pandemia ho fatto Berlino – Copenaghen in bici ed è stato davvero entusiasmante. Poi amo la cucina (e questo non è un bene perché in pandemia ho perso un po’ il controllo ed ora mi tocca fare il bravo) e la Filosofia.

Cosa ne pensi dei social? Credi siano un’alternativa ai talent e una valida scorciatoia per ottenere visibilità?
Che ci piacciano o no, fanno parte del nostro adesso e saranno sempre più presenti nel prossimo domani. Sicuramente sono un ottimo strumento di comunicazione anche se a volte li ritengo davvero pericolosi perché c’è davvero molto traffico…troppo. Credo che alla base di ogni cosa ci debba essere, da parte del consumatore in primis, un po’ di sana curiosità. Curiosare sui social può essere propedeutico mentre perdersi ed affogarci rischia di divenire deleterio.

In quali canali possiamo seguire Simone Fornasari?
A proposito di social…potete seguirmi appunto su
Spotify: https://open.spotify.com/artist/6jA9y00OIENrz47jEJR7s4?si=1JFgmrO8S3O1fKoa4d8Mlg
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