La pandemia ha spostato l’ufficio nelle case: dov’è ora il limite?

La pandemia ha spostato l’ufficio nelle case. Troppe volte il confine tra vita lavorativa e vita privata è diventato più sottile. Lo smartworking ha dei vantaggi ma sulla carta. Infatti molti si sono resi conto che la faccenda è un po’ più complicata di così.

Uno studio di Harvard e raccontato dal Guardian ha analizzato le e-mail e le riunioni di 3,1 milioni di persone in 16 città del mondo, ha rilevato che i dipendenti in smartworking lavorano 48,5 minuti in più al giorno. I dati di Eurofound suggeriscono che c’è il doppio delle probabilità di superare le 48 ore settimanali, piuttosto che se si lavorasse in ufficio. Quasi un terzo degli smartworker lavora nel tempo libero più volte a settimana.

Il deterioramento dell’equilibrio tra vita privata e lavoro è dovuto soprattutto alla pressione e all’insicurezza generati dall’uso del software di monitoraggio da parte dei datori di lavoro. Lo sostiene la professoressa Anna Cox, dell’University College di Londra. “Fa sentire i dipendenti sempre osservati, come se da loro ci si aspettasse che fossero sempre a disposizione”.

La perdita del confine tra vita lavorativa e vita privata ha profonde implicazioni, soprattutto per le donne, che sopportano di più il peso della cura dei bambini e delle faccende domestiche. Le ricerche segnalano livelli crescenti di ansia, depressione, sonno interrotto e burnout, dovuto anche alle risposte date fuori orario. “Deve essere chiaro l’obbligo per i datori di lavoro di garantire il diritto alla disconnessione”, dice Esther Lynch, vice segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (CES), che rappresenta 45 milioni di lavoratori in 38 paesi europei. Sebbene la direttiva sull’orario di lavoro introdotta nel 2003, stabilisca periodi minimi di riposo giornaliero e settimanale, non esiste alcun diritto a disconnettersi oltre l’orario di lavoro per gli smartworker.

Nel 2017 in Francia è scattato il “diritto di disconnessione”, una norma – prevista dalla legge sul lavoro – che regala ai dipendenti la possibilità di non tenersi sempre aggiornati, 24 ore su 24, riconoscendo loro il diritto di staccare. La normativa prevede che tutte le aziende con oltre 50 dipendenti dovranno negoziare codici di buona condotta con i sindacati, che includano anche la definizione precisa di momenti del giorno o della settimana in cui i dipendenti hanno il diritto di non essere connessi, dandogli il diritto di non controllare supporti o device. Con un obiettivo: poter ignorare i messaggi, le mail e le comunicazioni in alcune fasce orarie. E, comunque, garantendo il diritto a non rimanere connessi giorno e notte e vietando qualsiasi tipo di sanzione se non si è visto un messaggio. Tuttavia una recente indagine condotta su 34mila lavoratori da parte di una coalizione di sindacati francesi ha rilevato che il 78% lavorava per aziende che non avevano adeguatamente implementato il diritto di disconnettersi, il 24% ha notato un aumento del carico di lavoro durante la pandemia.