AUSCHWITZ

AUSCHWITZ

Di Vincenzo Calafiore

26 Gennaio 2021 Udine

“ Da, la Tregua, di Primo Levi.

Quelli che uscivano in quei giorni

da Auschwitz, non salutavano,

non sorridevano; apparivano oppressi,

oltre che da pietà, da un confuso

ritegno … era la stessa vergogna..

che il giusto prova davanti alla

colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista,

che sia stata introdotta

irrevocabilmente nel mondo delle cose

che esistono e che la sua volontà sia stata nulla. “

                                     Primo Levi

La Riflessione

Il 27 Gennaio è il  “ Giorno della Memoria “  ma cosa si intende per “ memoria “ ? Cos’è importante ricordare?

Questa ricorrenza è stata istituita in Italia nel 2000 e da tutto il mondo nel 2005, che non va solamente considerata alle vittime del nazismo , quanto occasione di riflessione su una storia che riguarda tutti da molto vicino.

Il 27 Gennaio del 1945, la 60esima Armata Sovietica abbatte i cancelli di Auschwitz, alla fine del secondo conflitto mondiale.

Il vasto complesso di campi di concentramento conosciuto come Auschwitz non è molto lontano da Cracovia, in Polonia, e si trova ai confini dell’epoca tra  la Germania e la Polonia.

Le SS iniziarono ad evacuare i prigionieri, circa 60.000 vennero fatti marciare prima dell’arrivo dei soldati russi. Si stima che dai 9000 ai 15000 sarebbero morti durante il trasferimento, altri e in gran parte uccisi dalle SS perché non riuscivano a reggere la difficile marcia forzata. Altri 9000 circa vennero lasciati nei campi perché non in grado di muoversi.

Cosa imparare dalla  “rilettura “ di Auschwitz indicazioni per il nostro tempo.

Il punto è di capire … perché Auschwitz? Di interrogarsi perché è accaduto.

Mai più una seconda Auschwitz, quante volte abbiamo udito questa promessa, e invece in silenzio, nel più grande silenzio chissà quante altre Auschwitz sono già accadute.

Quanto è accaduto non succederà più o potrebbe ripetersi come una modalità inscritta nel DNA del genere umano.

Nell’insonnia della ragione adesso si rinnova la rimemorazione della apertura dei cancelli di Auschwitz, dove si compì in larga misura lo sterminio degli Ebrei, e non solo. Rimemorazione che potrebbe diventare routine, abitudine.. e quindi non sentita più come un evento speciale che faccia ricordare e non dimenticare.

La SHOA’ o SHOAH giornata della memoria, per comprendere il senso di eventi orrendi e per cercare di capire perché ciò sia potuto accadere.

L’Angelus Novus di Paul Klee, detto anche L’Angelo della Storia, ha cantato inni di lode e forse attende di cantare ancora …. per il momento è come se non conosce più il canto.

Forse aspetta la mezzanotte quando anche Dio si ricorda della cerva che giace nella polvere e negli esilii  versa due lacrime che bruciano più di tutto il fuoco del mondo.

C’è il silenzio di Dio, Dio che nasconde  il suo volto per tutto il male fatto.

Dietro – il celarsi del volto – è come se si nascondesse l’incapacità umana di vederlo quando c’è.

Davanti a noi si aprono stupefatti, angosciosi interrogativi. Quelli ad esempio che la coscienza ebraica ha incontrato ad Auschwitz, un abisso di dolore e smarrimento, ciò solleva un apice di angoscia sull’ontologia del male.

Ma la verità è che tutto questo interrogarsi, questo sofferto balbettio ci riporta invece all’assurdo non solo umano di quella terribile storia. Ma non è dalla filosofia che potrà giungerci la salvezza, forse dalla responsabilizzazione etica dell’umanità.

Questo potrà ripetersi? Una grande domanda … Primo Levi scrisse: “ Non ci sono demoni, assassini di milioni di innocenti sono gente come noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano .. “

E’ che qualsiasi forma di dittatura contiene in sé la virtualità di Auschwitz.

E una rimeditazione del famoso detto di Adorno, secondo cui, dopo Auschwitz , non si possono più scrivere poesie, oppure dopo Auschwitz si possono scrivere poesie solo su

AUSCHWITZ!