Juventus-Napoli non si rigioca: confermata sconfitta a tavolino

Amarezza in casa partenopea. È stato respinto il ricorso del Napoli, rimane quindi il 3-0 a tavolino e 1 punto di penalizzazione a seguito della gara non disputata contro la Juve il 4 ottobre scorso. A deciderlo la Corte sportiva d’appello nazionale confermando così la prima decisione del Giudice sportivo perché “contrariamente a quanto sostenuto in ricorso, non si è trovata affatto nella impossibilità oggettiva di disputare l’incontro, avendo, invece, indirizzato, in modo volontario e preordinato, la propria condotta nei giorni antecedenti all’incontro nel senso di non disputare lo stesso, con palese violazione dei fondamentali principi sui quali si basa l’ordinamento sportivo, ovvero la lealtà, la correttezza e la probità”.

La Corte presieduta da Piero Sandulli ha ribadito il principio che “il fine ultimo dell’ordinamento sportivo è quello di valorizzare il merito sportivo, la lealtà, la probità e il sano agonismo” e che “tale principio non risulta essere stato rispettato, nel caso di specie” dal Napoli, “il cui comportamento nei giorni antecedenti quello in cui era prevista la disputa dell’incontro” programmato a Torino, “risulta teso a precostituirsi, per così dire, un ‘alibi’ per non giocare quella partita”.

La Corte ritiene che la mancata disputa dell’incontro “non sia dipesa da una causa di forza maggiore, o addirittura dal c.d. ‘factum principis'”, come invocato dal Napoli, “bensì da una scelta volontaria, se non addirittura preordinata, della società ricorrente”. Inoltre, la Corte “non può non evidenziare come l’eventuale condivisione della tesi propugnata dalla società ricorrente porterebbe, inevitabilmente, a frustrare, totalmente, la motivazione posta a fondamento dei Protocolli federali in tema di gestione delle gare e degli allenamenti delle squadre professionistiche di calcio in tempo di Covid-19, ovvero quella di consentire, seppure nella criticità della situazione determinata dall’emergenza sanitaria, di svolgere e portare a termine il Campionato di Calcio di Serie A”.

La Corte, ancora, “non può esimersi dall’evidenziare che il comportamento tenuto dalla società ricorrente non risulta neanche rispettoso degli altri consociati dell’ordinamento sportivo, più precisamente delle altre società di calcio professionistico di Serie A, che in situazioni del tutto analoghe” a quella del Napoli “nei giorni antecedenti l’incontro di calcio di cui è procedimento (ma, in alcuni casi, anche ben più critiche), hanno, regolarmente, disputato gli incontri che le vedevano impegnate”.

Il club “prende atto della decisione della Corte Sportiva d’Appello ed è già al lavoro per preparare il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni”. Il Napoli nella nota precisa che “non condivide in toto la sentenza che getta ombre inaccettabili sulla condotta della Società trascurando documenti chiarissimi a suo favore e delegittima l’operato delle autorità sanitarie regionali. La SSCN ha sempre perseguito valori quali la lealtà e il merito sportivo e anche in questo caso intraprenderà tutte le iniziative per rendere giustizia alla propria condotta orientata al rispetto della salute pubblica e per fare in modo che il campo sia l’unico giudice a decidere il risultato di una partita di calcio”.