Vincenzo De Luca indagato con l’accusa di aver favorito i suoi autisti

Terremoto politico in Campania. Il quotidiano la Repubblica a pochi giorni dal voto per le regionali in Campania riporta che “Vincenzo De Luca è indagato in seguito agli accertamenti effettuati dalla Procura di Napoli dopo un incidente stradale provocato dalla sua auto tre anni fa. Le accuse per il governatore riguardano le ipotesi di reato di falso e truffa”. “De Luca – scrive il giornale – è stato convocato negli uffici del pubblico ministero per un interrogatorio in un periodo vicino al lockdown e ha risposto alle domande poste insieme al suo legale. L’indagine è condotta dalla pm Ida Frongillo, coordinata dall’aggiunto Vincenzo Piscitelli”. Un’indagine tenuta “segreta” e che ora irrompe in piena campagna elettorale. Chi avrà lasciato trapelare la notizia? Fuoco amico del Pd o i grillini?

Conchita Sannino scrive che De Luca avrebbe nominato alla Regione i quattro autisti che lavoravano per lui quando era sindaco a Salerno con mansioni di addetti o responsabili di segreteria del presidente. Uno di loro, Claudio Postiglione, il 15 settembre del 2017 al rione Carmine di Salerno, guidando con il presidente in auto, nel percorrere un tratto di strada controsenso – ma andare contromano in quel punto era “autorizzato” per le forze dell’ordine – aveva finito per travolgere una studentessa in sella a uno scooter, ricoverata in ospedale, per fortuna senza serie conseguenze. La ragazza, allora 22 anni, Sara, ne uscì con un grande spavento. Per De Luca, si aprì invece un polverone, l’opposizione raccontò che quell’eccezione al senso di marcia serviva solo al rientro a casa del governatore; e che il vigile-conducente e altri tre colleghi erano ormai trasferiti a Napoli in blocco e promossi al rango di esperti dello staff del governatore. Solo, era l’accusa, per attribuirgli lo stipendio maggiorato.

Dall’indagine emergerebbe che i quattro autisti non avevano una formazione adeguata per poter coprire le mansioni come membri dello staff delle relazioni istituzionali. La loro nomina sarebbe servita solamente per fargli avere uno stipendio maggiore, con un’indennità lorda annua di 4.600 euro. I vigili che avrebbero usufruito del presunto trattamento di favore sono Gianfranco Baldi, Giuseppe Muro e Giuseppe Polverino. Oltre a Claudio Postiglione. Non sono indagati. La difesa di De Luca è che può dimostrare di non aver mai violato la legge o di avere sprecato soldi pubblici. Finirà con l’archiviazione? De Luca ci sperava e, scrive la Sannino, “l’esito favorevole dell’inchiesta non è escluso, data la materia fluida del rapporto fiduciario tra presidente e collaboratori”.