Gli ulivi secolari, un patrimonio da salvaguardare. Nel pomeriggio cerimonia religiosa e tavola rotonda

In un tempo in cui l’umanità ha scoperto la propria fragilità queste maestose piante sono simbolo di forza, di salute e di sacralità. Gli ulivi rappresentano l’anima del paesaggio della Calabria e di tutti i territori che si affacciano nel Mediterraneo per il valore economico e per quello culturale. Un particolare significato lo assume nella tradizione cristiana l’olivo bianco, da cui estraeva il myron, l’olio del Krisma, varietà diffusa dai monaci bizantini fin dal VII sec.  

La manifestazione si svolgerà sabato 1 agosto, a partire dalle 18.00, tra i secolari ulivi dove nel 1958 l’archeologo Umberto Zanotti Bianco ha fatto visita dopo il rinvenimento di un’antefissa del V secolo a. C.  Nel 2013 (14 settembre), a 50 anni dalla scomparsa del fondatore di Italia Nostra (28 agosto 1963), nella stessa località è stato svolto un’importante convegno, sulla memoria e figura dell’intellettuale e del filantropo che si è speso fino alla fine della sua vita per risollevare le sorti della Calabria. Nell’occasione è stata fatta la richiesta di intitolargli la strada che porta dall’abitato di San Nicola de Legistis fino al sito, Fondo Margherita. Artefice di questa istanza, il compianto presidente di Italia Nostra della sezione di Vibo Valentia Gaetano Luciano (scomparso a novembre del 2018). Un ricordo speciale verrà dedicato al suo impegno come scrittore, come intellettuale e instancabile e appassionato animatore per la tutela dei Beni culturali del territorio e del paesaggio.

ulivi

LIMBADI- Gli ulivi secolari rappresentano un patrimonio di inestimabile valore per il territorio del Vibonese e per tutta la Calabria. La loro millenaria e sacra resilienza sono simbolo di una nuova forma di resistenza fisica e spirituale in un tempo in cui l’umanità ha fatto i conti con la propria fragilità e si è scoperta vulnerabile di fronte ad un invisibile microrganismo.  Per la salvaguardia della storia e del valore di queste magnifiche piante è stata ispirata e organizzata una manifestazione che si svolgerà sabato 1 agosto dalle ore 18.00 tra gli ulivi secolari di una località dove era stata rinvenuta un’antefissa del V secolo a.C. (Piano Contura, Fondo Margherita) e che ha spinto l’archeologo e filantropo Umberto Zanotti Bianco, fondatore e primo presidente di Italia Nostra, nel 1958 a visitare sia il sito che il paese di San Nicola de Legistis, come testimonia in un suo articolo nella rivista Magna Graecia.

In questo luogo, che si trova a circa un km dalla piccola frazione di Limbadi, ci sono degli esemplari di ulivi che hanno alle spalle diversi secoli e tanta memoria.  Alla loro presenza si discuterà del valore e dell’importanza che rivestono per il paesaggio, per la cultura sia storica che religiosa e per il frutto da cui si estrae un elemento prezioso per la dieta mediterranea e per la salute, l’olio. Nello stesso sito, nel 2013 (14 settembre), per commemorare i 50 anni dalla scomparsa del fondatore di Italia Nostra (28 agosto 1963) e la sua figura di intellettuale, archeologo e filantropo, è stata svolto un convegno, nell’ambito del quale era stata inoltrata all’allora Amministrazione comunale di Limbadi, la richiesta di intitolare, alla memoria di Zanotti Bianco, la strada che porta dall’abitato di San Nicola de Legistis fino al sito, Fondo Margherita. Artefice dell’iniziativa, il compianto presidente di Italia Nostra della sezione di Vibo Valentia Gaetano Luciano (scomparso a novembre del 2018) che aveva istituito nel 2009 il riconoscimento “Testimonial Umberto Zanotti Bianco” la cui immagine-simbolo è rappresentata dall’antefissa del V secolo. Un ricordo speciale verrà dedicato al suo impegno come scrittore, come intellettuale e appassionato animatore per la tutela dei Beni culturali del territorio e del paesaggio.

Mimmo Greco e Ninì Luciano

La manifestazione odierna è nata grazie alla collaborazione tra la Parrocchia di San Nicola de Legistis, guidata da don Francesco Pontoriero, l’associazione culturale Alighistos e Italia Nostra, sezione di Vibo Valentia.  

Il programma prevede una cerimonia religiosa (ore 18.00) e la messa a dimora di un ulivo bianco, diffuso dai monaci bizantini a partire dal VII secolo d. C. da cui si estraeva il myron, l’olio del Krisma. A focalizzare l’attenzione su questa varietà di ulivo che veniva piantato in ogni monastero e poi vicino alle chiese, l’archeologa Anna Rotella, da diversi anni impegnata alla riscoperta di questa millenaria tradizione. A seguire di terrà la Tavola Rotonda sul tema “La salvaguardia della millenaria e sacra resilienza dei nostri maestosi Ulivi”.

All’incontro partecipano il prefetto Antonio Reppucci  (Commissario straordinario Comune di Limbadi), don Francesco Pontoriero (Parrocchia San Nicola de Legistis-Calimera), Anna Rotella (Archeologa collaboratrice Sovrintendenza Catanzaro e Cosenza); Saverio Di Bella (Storico ed ex Senatore della Repubblica); Antonio Pugliese (professore dell’Università di Messina e autore del libro “La civiltà contadina in Calabria”), mons. Giuseppe Fiorillo (parroco emerito Duomo San Leoluca  di Vibo Valentia). A presentare e coordinare gli interventi Vincenzo Varone (giornalista) mentre Nicola Rombolà (presidente Italia Nostra, sezione di Vibo Valentia) introdurrà il tema. Nel corso della manifestazione sono previste letture tratte dall’enciclica Laudato sì e dal libro Nostra Madre Terra di Papa Francesco con la partecipazione del duo “Tury e Yaya” e del loro Teatro-Canzone e Arte.

Antefissa V sec. a. C. ritrovata in località Fondo Margherita

L’origine dell’ulivo è antichissima testimoniato dal racconto mitico che attribuisce una origine sacra nella tradizione greco-romana (sacro ad Atena-Minerva), che in quella cristiana. A contrassegnare la manifestazione l’ascolto e la lettura di alcuni passi tratti dalle opere più significative di Papa Francesco nella sfida più impegnativa e più importante che attende l’umanità, quella ecologica, che presuppone un intenso laboratorio culturale e spirituale e un cambio di paradigma economico. L’attuale emergenza in cui il mondo si è ritrovato è anche una conseguenza dei tanti inquinamenti che, da una parte l’irresponsabilità dei comportamenti dell’uomo generati dal modello consumistico, dall’altro l’inconsapevolezza e la mancanza di una coscienza etica di tanta parte dell’umanità, hanno comportato nel corso dei decenni disastri, portando al mutamento climatico ma anche a mettere a repentaglio la salute delle comunità. Rispettare la terra e la natura per ripensare il futuro, attraverso una nuova consapevolezza e coscienza, avendo chiaro un postulato: che l’umanità ha bisogno della terra mentre la terra no! e non può tollerare un modello e dei comportamenti che non la rispettano. Lo ha dimostrato anche la pandemia da coronavirus, che ha avuto un impatto devastante proprio nelle zone industrializzate più inquinate, mentre nei paesi del Mediterraneo, meno esposte alle contaminazioni atmosferiche, come le regioni del mezzogiorno , gli effetti sono stati molto più contenuti, anzi, minimi. Gli ulivi sono un dono di Madre Terra nel tempo in cui l’umanità ha scoperto una potenza invisibile, quella del Covid 19. Quindi il messaggio simbolico che questi millenari alberi ci trasmettono con la loro resistenza ha un valore non solo culturale e spirituale, ma anche fisico, ecologico, biologico ed economico.