Rozzano. Il postino Alessandro minaccia di uccidere i tre figli, decisivo l’intervento del sindaco

Martedì sera da incubo a Rozzano. Solo alle 23.50 si è conclusa l’azione di Alessandro A., postino di 42 anni, che ha tenuto in ostaggio i tre figli di 5, 6 e 7 anni. È successo in via Stelle Alpine, quartiere popolare difficile e problematico gestito dall’Aler. Alessandro A. ha minacciato di uccidere i figli con un grosso coltello e li ha anche, più volte, fatti penzolare dalla finestra del settimo piano ogni volta che carabinieri e soccorritori si avvicinavano al suo appartamento. Ha anche lanciato vasi e mattonelle contro militari e pompieri rischiando di ucciderli. Tutto perché oggi, mercoledì 10 giugno, avrebbe avuto un incontro con i servizi sociali del Comune per discutere una possibile revoca dell’affidamento dei piccoli. Alla fine di una lunga trattativa il blitz dei Carabinieri che hanno approfittato di un momento di distrazione del quarantenne impegnato a parlare con il negoziatore, un militare del Nucleo investigativo di Milano, che si trovava sul balcone accanto. Decisivo anche l’intervento del sindaco Gianni Ferretti De Luca che l’uomo ha deciso per due volte di fare entrare nel suo appartamento per avere rassicurazioni sull’udienza con i Servizi sociali. Al secondo tentativo, Ferretti è riuscito a liberare la porta d’ingresso dai mobili che erano stati posizionati per bloccare l’accesso e a far entrare i Carabinieri. “Ho cercato di tranquillizzarlo, gli ho detto che sarei stato personalmente presente all’incontro con gli assistenti sociali. Conosco la situazione da un anno, gli ho spiegato che nessuno gli avrebbe tolto i piccoli” ha raccontato all’uscita del palazzo. “Sono entrato una prima volta, sembrava si fosse calmato. Ma poi ha ricominciato a minacciare i bambini dalla finestra. È stata una situazione drammatica, ho temuto che li uccidesse”.

A condurre il blitz, il tenente colonnello Massimiliano Pricchiazzi che guida il Gruppo di Rho, insieme al capitano Pasquale Puca e al tenente Armando Laviola della compagnia di Corsico e ai Carabinieri della tenenza di Rozzano. Decisiva anche la collaborazione dei vigili del fuoco di Milano e Pieve Emanuele che hanno posizionato materassi pneumatici lungo il perimetro del palazzo e hanno cercato in ogni modo di raggiungere il settimo piano e l’appartamento in cui Alessandro A. era barricato.

Il postino è accusato di tentato omicidio, maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale e ora si trova in arresto a San Vittore. Professione postino, qualche piccolo precedente, separato da alcuni anni dalla moglie, Alessandro A. aveva ottenuto l’affidamento dei tre figli di 5, 6 e 7 anni. La situazione però in questi anni si era fatta sempre più difficile e per questo i Servizi sociali di Rozzano stavano valutando la revoca dell’affido. Un iter iniziato un anno fa, che però era ancora lontano dall’epilogo finale. La situazione è precipitata all’improvviso e attorno alle 20.30 l’uomo è uscito sul balcone e ha minacciato di lanciare nel vuoto i figli. All’arrivo dei primi soccorsi Alessandro ha iniziato a barricarsi in casa posizionando mobili dietro la porta per impedire ai Carabinieri di entrare. Poi ha iniziato a lanciare di tutto contro militari e vigili del fuoco, ferendo anche in maniera lieve un pompiere volontario. L’uomo era alterato da alcol e psicofarmaci. I soccorritori hanno trovato nella sua casa diversi medicinali aperti e svuotati. Il sospetto è che li abbia fatti assumere anche ai piccoli che sono stati poi condotti nel reparto di Pediatria del San Paolo per essere monitorati dopo lo choc subito. Sono state le urla dei bambini, terrorizzati, a far scendere in strada l’intero quartiere che ha seguito le quattro ore di trattativa. Ore di ansia con l’uomo che di tanto in tanto si sporgeva lasciando penzolare nel vuoto uno dei figli. Per diversi minuti si è temuto che gli abitanti volessero linciare il postino, poi la mediazione dei Carabinieri e della polizia locale hanno aiutato a calmare le ire degli abitanti. Quando è uscito dalla porta in manette sono partiti cori e insulti, ma nessuna aggressione fisica.