La Serie A riparte ma studia anche come fare in caso di nuovo stop

La Serie A è pronta a ripartire, ma sul tavolo delle discussioni restano ancora da decidere diversi aspetti per la ripartenza dopo ben tre mesi di stop. Discussioni che accendono anche i tifosi italiani sostanzialmente contenti di rivedere in campo la propria squadra ma scettici sul fatto che si potrà arrivare fino in fondo alla stagione. Tutti sono soddisfatti del ritorno in campo. Per i bookmakers stranieri Italia in cima ai mercati più interessanti. Tant’è che la ripresa del campionato di Serie A è stata saluta con entusiasmo dai diversi operatori stranieri del settore scommesse sportive. Il calcio, inutile negarlo, non è solo sport ma molto di più, è una vera e propria industria del pallone.

Come fare in caso di nuovo stop? Nel Consiglio Figc dell’8 giugno saranno affrontati diversi temi. In particolare l’eventuale quarantena in caso di positività di qualche tesserato. Nel caso in cui la quarantena di 14 giorni fosse confermata, comportando ad uno stop anticipato del campionato, potrebbe venire meno l’ipotesi di playoff e playout. La Serie A ricorrerebbe all’algoritmo con la condizione che siano state giocate almeno tre partite e i recuperi. Le sentenze di questo campionato ai tempi del coronavirus potrebbero quindi essere emesse in base ad una classifica e non a degli scontri diretti.

Il presidente Figc, Gabriele Gravina, ha fatto il punto della situazione in un’intervista a Il Romanista. “Ho vissuto un conflitto interiore nei drammatici momenti del virus, ma lì bisognava capire se dovevamo compromettere il nostro movimento in maniera definitiva”. Il calcio per l’Italia è più di un gioco “è una dimensione economica enorme che richiede responsabilità. Capisco i tifosi, ma non si può aspettare il vaccino”.

Sarà almeno all’inizio una Serie A con le porte chiuse. Anche se nei corridoi del palazzo si ipotizza (da luglio in poi) la possibilità di fare entrare allo stadio in sicurezza una percentuale minima di tifosi. “E’ una tristezza unica – ha ammesso Gravina -, ma è una tappa di avvicinamento per riconsegnare il calcio vero ai tifosi”. Ma il presidente ha sottolineato come “il calcio riparte perché è una speranza per tutto il Paese. I tifosi hanno ragione e li capisco, ma come si può pensare che mentre tutto il Paese riparte il calcio stia fermo, ripartendo poi ad agosto o settembre? Bisogna ripartire convivendo in qualche modo con il virus, non si può aspettare il vaccino. Ci sono 100 mila persone che lavorano nel settore. A livello internazionale stanno ripartendo tutti”.

In riferimento all’eventuale classifica finale nell’ipotesi che il campionato si debba fermare nuovamente prima della fine della stagione, il massimo dirigente del calcio italiano afferma. “Forse non sono stato bravo a far capire l’algoritmo. Quello porterebbe alla classifica ponderata, quello degli inglesi che sono arrivati dopo e ora tutti dicono che è il loro modello. Non ci sarebbe alcuna discrezionalità”.