L’oscurità dei Larry’s Emotion

Blackness, Oscurità, è il titolo del nuovo album dei Larry’s Emotion un progetto giovane ma con alle spalle già un album e diversi singoli.

Il disco parte con un preludio di elettricità e modulazione sonora dal titolo “My, Thought, My Feeling, My Blessing”, che ci introduce a questo ultimo lavoro della band italiana senza tradire quelle che saranno le ritmiche dominanti dei brani. È come un viaggio dentro un ascensore che sale in un palazzo che non conosci e non sai quindi cosa troverai appena si aprirà…

Le porte scorrevoli si aprono e le chitarre elettriche avviano la prima vera song dell’album, “Watch You Burn”, che ci ricorda l’intro di Shackler’s Revenge del rebirth album dei Guns n’ Roses insaporita di dettagli elettronici che aprono il sipario alla voce di Jimmy Burrow. I ritmi sono calzanti e ci trascinano senza sosta fino al ritornello che “apre” il suono del brano accompagnandolo a quel primo break che sembra spegnere i motori per poi riavviarli con la stessa energia che abbiamo sentito in precedenza. Una vera bomba quindi in avvio LP dove, possiamo dirlo, le chitarre elettriche sono state dosate molto sapientemente in fase di mixing.

“Waiting” è la terza traccia del disco ma anche il primo singolo estratto da questo lavoro, data al pubblico inoltre con una videoclip su Youtube che vi consigliamo di guardare perché ha un’interessante fotografia accompagnata da una sceneggiatura semplice e immediata. Il brano ha sfumature e strutture decisamente più commerciali del precedente e il richiamo agli Stati Uniti è più nel sound che nei segnali espliciti contenuti nel video (si noti il fazzoletto appeso sullo specchietto retrovisore dell’auto).

“Blackness”, il pezzo che da anche il nome al nuovo prodotto di questa band metal core o easy hard core (come viene definita dai suoi stessi membri), si presenta subito con una intro da capogiro che ti fa perdere l’orientamento prima di trascinarti in un vortice sonoro sul quale le voci surfano alla grande. I ritmi sono senza sosta e ti lasciano senza respiro. Oltre la metà del brano, a 2/3 più o meno, un elettro break che riavvia luci al neon del corridoio, mal funzionanti come fosse dopo un blackout, prima di scaraventarci ancora nel main rhythm della canzone.

I Larry’s emotion cercano di farci respirare la loro musica tutto d’un fiato e “You’d Be Here Again” ne è la prova! Qui i beat sono davvero interessanti e mutevoli. Lo special stacca molto dal resto e divide le due parti molto simili del brano. Un altro gran pezzo accompagnato da un video, recentemente pubblicato e che sembra girato nel set de “L’Enigmista”, è “Hollow and Empty”. Il brano ha dei passaggi davvero interessanti e riesce trascinarci molto. Il ritornello è davvero ricco di ritmica energica.

Si passa poi alla settima traccia, “Destroy Em’ All”(titolo davvero esplicito che vi raccomandiamo di non prendere alla lettera!), che va apprezzato per le interessanti dinamiche, molto più ingenti rispetto ai pezzi fino a qui ascoltati. L’energia è la stessa e sembra non mancare mai a questi ragazzi.

“Get Away” è l’altro singolo che un anno fa ha anticipato l’uscita dell’album. Anche per questo brano è disponibile un bel video su Youtube. Parte più soft degli altri ma non tradisce l’anima della band grazie a quello che segue l’intro, anche se in questo pezzo in particolare si possono ascoltare dei break più melodici rispetto al resto del disco.

Ci avviciniamo al finale con “Don’t Lose Your Way” ma questi ragazzi ci fanno ancora sentire tutto quello che hanno dentro con una canzone che rispecchia perfettamente il loro genere di appartenenza. Cariche esplosive e power riff armate con da una parte ritmica instancabile e uno screaming di Jimmy che non si fa mai attendere, così come in “Deceiving Me” che sembra essere stata scritta per stare lì, proprio subito dopo il brano che ti invita a non perdere il tuo cammino. Con questo pezzo i Larry’s Emotion ti regalano un biglietto gratis per il loro ottovolante e fare un giro nel loro sound più deciso ed estremo.

E la partenza di “Lies on Lies” ci offre un’altra sorpresa. Ci aspettavamo sì un brano più melodico in chiusura (ed effettivamente lo è) ma si presenta con quel vestito sonoro che solo loro possono costruire con tanta abilità. E così le parti più delicate delle loro emozioni vengono racchiuse in un fiore di loto fatto di lunghi accordi, elettricità e ritmo. Ma il finale del disco che tutti si aspettano poi arriva, da metà brano in poi, regalandoci quella piacevole chiusura che solo una scaletta ben costruita sa dare.