Cosenza. Il Primo Maggio in TV: Diritti, Lavoro, Sicurezza, Futuro…! Interessante la visione della Fiction di RAI-1 “Pane e Libertà”.Temi sempre attuali, intramontabili.
Ci voleva un gran bel ricordo del Protagonista delle Lotte Politiche e Sindacali, in anni tenebrosi e in epoche di ‘risse ideologiche e sociali’, l’artefice di dure lotte per i Diritti e la Libertà dei Lavoratori, qual è stato: Giuseppe Di Vittorio, interpretato nella fiction da un eccellente Pierfrancesco Favino.
Un Primo Maggio serale con lo zapping, un passaggio – breve – per ascoltare alcuni brani del Concerto a distanza in onore della ‘Festa del Lavoro’…Ma per il Lavoro, al momento, c’è solo inflazione di un estenuante panegirico di buoni propositi; c’è di tutto, in altre parole, tranne che l’aria di festa…! Questo passaggio in TV, fino ad un certo punto…! Poi la scelta è stata immediata, netta, senza tentennamenti…:la visione, in prima serata, dell’ interessante e coinvolgente fiction su RA 1:”Pane e Libertà” – La storia dell’ illustre personalità pugliese, Giuseppe Di Vittorio (Cerignola (FG), 11 agosto 1892 – Lecco, 3 novembre 1957), interpretato da un bravo e convincente attore, qual è Pierfrancesco Favino.
Giuseppe Di Vittorio è stato un sindacalista, politico e antifascista italiano fra gli esponenti più autorevoli del sindacato italiano del secondo dopoguerra. La fiction, andata in onda per la prima volta nel marzo 2009, è stata realizzata a mezzo secolo dalla scomparsa della personalità politica più nota della Puglia e non solo. Una esaustiva rappresentazione dei tempi difficili dell’Italia, prima e dopo il fascismo, quindi del ruolo che un giovane bracciante pugliese ( Di Vittorio) s’è trovato ad esercitare , prima nel suo territorio della sua Cerignola, poi nel Mezzogiorno ed in Italia, per la difesa più complessiva dei diritti dei lavoratori.
Una figura di prestigio, non solo del fronte sindacale unitario, che ebbe ascolto anche all’estero. Il Film di ottimo livello in una coproduzione RAI Fiction – Palomar Endemol, con la collaborazione di Regione Puglia Apulia Film Commission e prodotta da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri. La Regia è di Alberto Negrin.
Un mio personale Commento!
…Quando scorrevano le immagini della Fiction, con la rappresentazione del lavoro duro dei campi, le barbare oppressioni dei massari-guardiani al soldo dei padroni, l’infanzia negata del Di Vittorio e di altri come lui,giovanissimi relegati al…’senza futuro’, in quelle disperate campagne di Puglia he l’acredine e la malvagità umana rendevano invivibili. Immagini di vita disumana, con quasi niente, un tozzo di pane e qualche goccia d’olio, libertà negate, pochi centesimi di paga…! Come se tutto questo non bastasse, anche le botte, le violenze fisiche, spesso anche molto dolorose quando addirittura lesive in maniera irreversibile, quando provocavano ineluttabilmente anche la morte…
Una vita difficilissima, quella di Giuseppe Di Vittorio, con un’infanzia segnata dalla miseria sociale di quanti non avevano vie d’uscita dalle costrizioni delle attività nei campi, con sacrifici pesanti. Una condizione che alimentava, giorno dopo giorno, un gran desiderio di riscatto, giustizia e di libertà per la sua comunità bracciantile, per la sua regione. Un riscatto che verrà, dopo anni e dopo tantissime lotte sindacali, asprezze d’ogni genere e sofferenze continue (tra attentati subiti, esilio e reclusione).
Un serrato calendario di lotte condotte con un impeto leonino in lungo ed in largo per l’Italia, il Mezzogiorno e, naturalmente, nella sua terra di Puglia. Il futuro leader del Sindacato italiano che è stato anche dirigente politico, parlava spesso del Sud e delle lotte per il lavoro, dell’esigenza di unificare le forze bracciantili tra le due regioni sorelle, la Calabria e La Puglia, accomunate dalla stessa sorte toccata al ‘popolo della terra’.
Un Sud ancora oppresso dall’imperante latifondo e con molte affinità di vistose e laceranti problematiche sociali. Come ad esempio le raccoglitrici di olive della Piana di Gioia Tauro (RC), negli anni ’50-’60 del Novecento, i contadini ( autentici pionieri) delle aree interne isolate e svantaggiate degli altipiani calabresi. Un mondo sofferente e silenzioso, capace di sopportare ritmi di lavoro inumani ed anche ingiustizie senza un lamento e senza protestare…
Problematiche vecchie e nuove, sempre intorno e caratterizzanti il Tema Lavoro. Dopo le lotte per i gli elementari diritti e del rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, ecco nelle epoche più recenti affiorare e poi veder crescere con un vero e proprio tumore dilagante il fenomeno pernicioso del Caporalato, dello sfruttamento ancor più bestiale di manodopera, spesso irregolare, ingaggiata in nero, con pochi spiccioli di ricompensa, dopo copiose e massacranti ore di lavoro sulla terra.
Alla visione del Film, non sono riuscito a far finta di niente, ho provato anche qualche attimo di commozione. Attimi accesi ed alimentati dai ricordi subito affiorati dai racconti di mio padre, allorquando parlava dei momenti vissuti – rischiosi e turbolenti – delle Lotte Contadine in Sila. Un fronte bracciantile, già stremato da diversi anni di guerra, con pochi strumenti ma con tanto coraggio e tenacia di operare una svolta epocale per ottenere un sacrosanto diritto: un lavoro onesto sui campi!
Ma la Questione del Lavoro, come l’attualità evidenzia, è sempre una Priorità. Non è un qualcosa di eterno, anzi…! La fragilità dei contesti e delle prospettive diventano sempre più a rischio ed il Lavoro per tutti, soprattutto per le classi giovanili, diventa una stringente esigenza, una priorità delle priorità. Lo era ai tempi di Giuseppe Di Vittorio (con le brutali condizioni imposte dai padroni), lo era prima del Coronavirus, lo sarà ancora per i giorni ed i mesi che verranno, dopo – speriamo al più presto – che la Pandemia rientri dalla sua violenta morbosità e mostruosità!
Da Casali del Manco (CS), 2 Maggio 2020