Bucine. Trentenne uccide la figlia di 4 anni, poi si lancia nel pozzo

Dramma familiare a Levane, frazione del comune di Bucine (Arezzo). Un uomo di 39 anni ha ucciso la figlia 4 anni colpendola alla gola con un coltello. Poi ha tentato il suicidio gettandosi in un pozzo.

In casa dei dirimpettai è stato trovato il fratellino più grande di 12 anni, a sua volta ferito ma in maniera lieve perché era riuscito a ripararsi presso dei vicini. La madre non era in casa durante il raptus del marito, era andata a fare la spesa. L’autore dell’omicidio è un operaio originario del Bangladesh. Il trentenne è stato estratto vivo dal pozzo grazie all’intervento dei pompieri.

E’ successo in un’abitazione al terzo piano di una palazzina in un quartiere residenziale. A lanciare l’allarme sarebbe stato un vicino di casa della stessa nazionalità dell’uomo. Il padre della bambina si è poi buttato in un pozzo vicino all’abitazione. Si trova ora ricoverato all’ospedale della Gruccia, in Valdarno, in codice giallo. Portato nello stesso ospedale, sempre in codice giallo, anche il figlio, fratello della bambina uccisa che presenta piccole ferite alla testa e non è in pericolo di vita.

Da chiarire cosa abbia scatenato il raptus. Insieme ai Carabinieri sul posto è intervenuto il pm Laura Taddei. L’uomo, addetto in una ditta che si occupa della pulizia dei metalli, a quanto si apprende, era in cassintegrazione per via dell’emergenza covid-19. Negli ultimi giorni era parso piuttosto agitato tanto che la moglie, 33 anni, si era convinta a chiamare un medico. Quest’ultimo aveva prescritto un calmante. Il trentenne non aveva precedenti penali.