Gravi le condizioni di Boris Johnson: è al St. Thomas Hospital

Le agenzie russe avevano ampiamente anticipato la notizia. Le condizioni di Boris Johnson sono gravissime. Il premier britannico, contagiato dal Covid-19, è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva del St. Thomas Hospital, dove è ricoverato da domenica.

Downing Street informa che il ministro degli Esteri, Dominic Raab, è stato delegato a fare le sue veci “per quanto necessario”. La notizia ha sconvolto la Gran Bretagna. Già circolavano indiscrezioni sul fatto che BoJo fosse già in ventilazione artificiale, ma erano state tutte smentite. Poi, nel consueto briefing del governo sull’emergenza, il ministro degli esteri e primo segretario di stato, Dominic Raab aveva detto che il capo del governo era “di buon umore”. Solo poche ore dopo, invece, un portavoce di Downing Street ha dato la notizia, spiegando che il trasferimento si è reso necessario in seguito al “peggioramento delle condizioni del primo ministro”. “Su consiglio del suo team di medici è stato portato al reparto di terapia intensiva”, ha continuato il portavoce, aggiungendo che il conservatore di 55 anni “ha chiesto a Dominic Raab di sostituirlo per quanto necessario”.

Raab non diventa premier ad interim. Il politico di 46 anni, ultra Brexit, si prende in carico la risposta del governo all’emergenza coronavrius. Le attività del governo “vanno avanti”, ha detto il ministro degli Esteri, assicurando che Johnson è “in buone mani”. BoJo – la cui compagna Carrie Symonds è incinta e con sintomi anche se non è stata sottoposta a tampone – è stato portato in terapia intensiva intorno alle 19 (ora di Londra) come misura precauzionale, in caso avesse bisogno del ventilatore. Secondo quanto riporta Sky News, è cosciente.

Criticato per il suo approccio inizialmente molto rilassato all’emergenza, Johnson è risultato positivo al tampone 11 giorni fa. Si era subito messo in auto-isolamento a Downing Street, pur rimanendo al comando del governo e della lotta al virus. Il periodo di quarantena non ha portato a miglioramenti. Venerdì, era apparso esausto in un video su Twitter in cui riferiva di avere febbre alta e altri sintomi.

Messaggi di sconcerto e solidarietà. Il nuovo leader del partito laburista, Keir Starmer, ha parlato di “notizia terribilmente triste”. “I pensieri di tutto il Paese sono col primo ministro e la sua famiglia”, ha twittato Starmer, mentre un altro laburista, il sindaco di Londra Saidq Khan, ha detto di “pregare per la pronta guarigione del primo ministro”. La regina Elisabetta, 94 anni fra due settimane, è stata informata al castello di Windsor, dove si è ritirata precauzionalmente con il consorte Filippo sullo sfondo dell’emergenza coronavirus, del trasferimento del primo ministro Boris Johnson in terapia intensiva. Lo ha riferito un portavoce di Buckingham Palace, precisando che la sovrana è stata contattata da Downing Street e viene aggiornata. L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, massima autorità ecclesiastica della Chiesa anglicana, di cui la regina è nominalmente capo, ha diffuso un messaggio in cui ha invitato tutti ad approfondire i propri sentimenti di “compassione” verso il premier, “tutti coloro che sono gravemente ammalati e coloro che se ne prendono cura”. “Invito le persone di fede a unirsi a me nella preghiera per Boris Johnson e i suoi cari”, ha scritto Welby.

Il presidente Usa Donald Trump ha espresso sostegno a Boris Johnson, affetto da coronavirus e ricoverato in terapia intensiva per il peggioramento delle sue condizioni. “Voglio anche inviare i miei migliori auguri a un mio grande amico, e un amico per la nostra nazione, il primo ministro Boris Johnson”, ha dichiarato Trump durante il briefing quotidiano alla Casa Bianca. “Siamo molto rattristati nel sapere che è stato ricoverato in terapia intensiva. E gli americani stanno tutti pregando per la sua guarigione. È davvero un buon amico, è forte e non si arrende”. Trump ha proseguito: “Abbiamo contattato tutti i dottori di Boris Johnson” perché quando si viene ricoverati in terapia intensiva “la cosa diventa molto seria”. Il Presidente Usa ha spiegato di aver chiesto alle case farmaceutiche di contattatare Londra per aiutare il premier britannico.