Rivoluzione nella comunicazione: ecco cosa accade nel 2020 anche nel mondo dell’arte

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Impossibile attendere oltre. L’Italia deve impegnarsi a recuperare il gap nella digitalizzazione e nella comunicazione attraverso il mondo del web. Ciò riguarda non solo le aziende ma anche e soprattutto lo Stato. Ad inizio anno, presso il Ministero della Pubblica Amministrazione, si è insediato un tavolo di riforma della Legge 150. La normativa dal 2000 regola il ruolo della comunicazione all’interno della PA. Il tavolo è di primaria importanza. I lavori sono coordinati da Sergio Talamo. Vi partecipano le istituzioni e tutte le principali associazioni e organizzazioni della comunicazione, del giornalismo, delle nuove professioni, delle Università, Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Funzione Pubblica, Formez PA, Conferenza delle Regioni, Anci, Ordine dei Giornalisti, Federazione Nazionale della Stampa, PA Social, Ferpi, Aicpi, Università, Agcom, Gus. Il Tavolo è inserito nell’Open Government Forum. Conta inoltre sulla partecipazione dell’Ufficio Legislativo del Dipartimento della Funzione Pubblica. L’obiettivo è quello di rendere più agevole l’impiego dei social media e dei nuovi mezzi di comunicazione nel rapporto con i cittadini all’insegna del riconoscimento delle professionalità e della trasparenza. Chat e social network hanno rivoluzionato tutto ad iniziare dal ruolo del cittadino che oggi è sempre più protagonista. La Pubblica Amministrazione deve procedere spedita su questo versante perché è in notevole ritardo. La riforma propone l’integrazione dell’uso dei social e punta a riconoscerne il ruolo di mediazione con il cittadino. Nel nostro Paese ci sono già tante buone pratiche e professionisti eccellenti che fanno un importante lavoro di informazione, comunicazione, servizi al cittadino. Su www.theartpostblog.com, in una interessante indagine sulla comunicazione nel mondo dell’arte dal titolo “I vantaggi della comunicazione digitale per musei, gallerie”, si evince come tanti operatori hanno compreso quali sono “i vantaggi della comunicazione digitale e la differenza con la comunicazione di tipo tradizionale”. L’articolista analizza in modo approfondito la tematica ed in particolare sottolinea come “nel caso della comunicazione digitale il processo è definito bottom up, ovvero una comunicazione molti a molti. La galleria, il museo oppure la mostra comunica una novità o un evento e il messaggio viene diffuso attraverso i canali social”. I vantaggi? Uno su tutti l’interazione. “L’utente, quindi, può immediatamente commentare e chiedere informazioni direttamente al profilo che ha diffuso la notizia, ma diventa anche uno strumento di diffusione della notizia e condividere il post alla sua cerchia di contatti. Chi comunica, quindi, non è più l’unico veicolo del messaggio ma uno dei tanti e forse neppure il più influente e importante”. Anche l’arte e tutta la Pubblica Amministrazione vanno in questa direzione, verso una comunicazione fatta di interazione, uno strumento efficace per avvicinare il cittadino alla PA come all’arte. Nel settore dell’arte come della Pubblica Amministrazione c’è chi ha già avviato questa rivoluzione nella comunicazione comprendendo “la necessità di comunicare con gli utenti in modo più immediato”. “Prova a dare un’occhiata, ad esempio, al profilo Facebook e ai commenti ai post del Museo Egizio di Torino, che usa le grandi potenzialità della comunicazione digitale” si legge a chiusura dell’interessante analisi proposta da The Art Post Blog. C’è tanta strada da percorrere ma l’Italia sta andando nella giusta direzione.