Il cellulare non prende. La Toscana convoca i gestori

Regione, Anci Toscana, piccoli Comuni e operatori. Tutti seduti attorno ad uno stesso tavolo per capire come risolvere, il più velocemente possibile, il problema del cellulare che in molte parti di troppi paesi non prende e dove è impossibile navigare su internet dal mobile ma anche semplicemente telefonare. Aree dove gli abitanti sono pochi, gli impianti rarefatti e dove investire non costituisce per i gestori una priorità. La Regione Toscana, su iniziativa dell’assessore Vittorio Bugli, aveva focalizzato già l’attenzione sul tema ed annunciato, insieme ai primi cittadini dei territori interessati, che avrebbe chiesto un incontro a tutti i gestori. La prima riunione c’è stata, convocata a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza regionale . “Nel frattempo – spiega l’assessore è stato fatto un censimento dei comuni interessati che sarà messo a disposizione dei gestori. Ci rivedremo con due obiettivi”. Il primo è capire anzitutto quali sono gli interventi già in programma e i tempi di realizzazione: gli operatori invieranno alla Regione il quadro delle azioni previste. Il secondo obiettivo sarà definire a quel punto con tecnici e progettisti, per le le aree dove i gestori non prevedono interventi, una ipotesi sulle infrastrutture necessarie per ottimizzare la copertura del territorio: in particolare ripetitori e tralicci in grado di ospitarli, con disponibilità di allacci per energia elettrica e fibra ottica. “La Regione non ha competenze specifiche – precisa Bugli – , ma vogliamo individuare un percorso che consenta di trovare insieme una soluzione per tutti e, se necessario, stabilire anche una scala di priorità negli interventi”. La Toscana è la prima Regione in Italia che ha deciso di aprire un tavolo con tutti i gestori. “E lì – spiega ancora l’assessore – affronteremo anche altre questioni. Vogliamo capire ad esempio dagli operatori se ci sia l’esigenza di semplificare alcune procedure. A questo scopo abbiamo fissato un successivo incontro con i gestori stessi e tutti gli enti coinvolti nel rilascio dei permessi, da Arpat alle Soprintendenze”. L’esempio delle conferenze di servizi uniche ‘inventate’ per gli interventi sulla banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato potrebbe fare da modello. “Vogliamo ragionare – prosegue Bugli – in modo pratico e concreto di progetti e tempi di realizzazione. Siamo disposti naturalmente anche a fare la nostra parte, nel rispetto dei ruoli e delle normative. Prima abbiamo però bisogno di capire dove e con quali risorse intendono intervenire i gestori”. L’assessore ha già segnata in agenda una prima scadenza: l’ultima finanziaria del governo ha stanziato un milione mezzo di euro, ma va presentato un progetto entro la fine di marzo. “Per questo – dice – occorre fare presto. Al tavolo inoltre vogliamo affrontare anche il tema del 5G, la nuova tecnologia che consente connessioni ancora più veloci”. Secondo il report stilato dalla Regione sono almeno cinquantaquattro i Comuni dove il segnale mobile è in alcune frazioni oggi del tutto assente o comunque dove si registrano disservizi. Con altre segnalazioni che stanno arrivando, anche ad Anci Toscana, la lista si allungherebbe a oltre sessante, oltre il 25 per cento di tutti i comuni della regione. Troppi. Un problema di civiltà, cittadinanza digitale ma anche di sicurezza e che crea disagi anche ad interventi di protezione civile. “Possibile – racconta un sindaco – che nel caso di una frana ci si debba spostare di tre o quattro chilometri per poter far funzionare il cellulare? E’ capitato anche di recente”. Un problema inoltre per lo sviluppo turistico, oltre che di opportunità per i residenti. E non succede solo in zone di montagna, come a Fosdinovo in provincia di Massa Carrara o Marliana in provincia di Pistoia, ma anche in aree interne più pianeggianti come Palaia, Sovicille o Loro Ciuffenna, cinque dei troppi comuni che soffrono disagi, presenti oggi all’incontro nel palazzo della presidenza della Regione a cui hanno partecipato rappresentanti di Tim, Vodafone, Wind Tre e Iliad.

Redazione

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